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Assassinio di John Fitzgerald Kennedy: differenze tra le versioni

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=== L'attentato e la morte ===
=== L'attentato e la morte ===
Il presidente [[John Fitzgerald Kennedy]] e la moglie [[Jacqueline Bouvier]] salirono su una ''[[limousine]]'' ''[[Lincoln (azienda)|Lincoln]]'' sedendo nella parte posteriore, mentre sui sedili centrali sedettero John Connally, governatore del Texas, e sua moglie; la ''limousine'', guidata dall'agente Bill Greer, rallentò in prossimità della curva tra la Houston Street e la Elm Street e, mentre il Presidente e il [[Governatore]] salutavano la folla, diversi colpi di [[fucile]] furono esplosi in direzione della vettura e uno di essi colpì J.F.K. alla testa, causandogli un'ampia ferita, rivelatasi poi mortale. La maggior parte dei testimoni riferirà di avere udito tre spari.<ref name=Earwitnesses>{{Cita web|lingua=en|url=http://mcadams.posc.mu.edu/shots.htm|titolo=Dealey Plaza Earwitnesses|sito=mcadams.posc.mu.edu|editore=Kennedy Assassination Home Page|data=|accesso=24 aprile 2014}}</ref>
Il presidente [[John Fitzgerald Kennedy]] e la moglie [[Jacqueline Bouvier]] salirono su una ''[[limousine]]'' ''[[Lincoln (azienda)|Lincoln]]'' sedendo nella parte posteriore, mentre sui sedili centrali sedettero John Connally, governatore del Texas, e sua moglie; la ''limousine'', guidata dall'agente Bill Greer, rallentò in prossimità della curva tra la Houston Street e la Elm Street e, mentre il Presidente e il [[Governatore]] salutavano la folla, diversi colpi di [[fucile]] furono esplosi in direzione della vettura e uno di essi colpì J.F.K. alla testa, causandogli un'ampia ferita, rivelatasi poi mortale. La maggior parte dei testimoni riferirà di avere udito tre spari.<ref name=Earwitnesses>{{Cita web|lingua=en|url=http://mcadams.posc.mu.edu/shots.htm|titolo=Dealey Plaza Earwitnesses|sito=mcadams.posc.mu.edu|editore=Kennedy Assassination Home Page|data=|accesso=24 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100702202638/http://mcadams.posc.mu.edu/shots.htm|dataarchivio=2 luglio 2010|urlmorto=sì}}</ref>


Immediatamente la ''limousine'' si diresse verso il [[Parkland Memorial Hospital]], dove i medici Carrico e Malcom Perry si adoperarono per salvare la vita del [[presidente degli Stati Uniti d'America|Presidente]]. Intanto, immediatamente, 75-90 secondi dopo l'ultimo sparo, al secondo piano del deposito di libri, Oswald si trovò di fronte al poliziotto Marion Baker. Baker affermò che ricordava di aver udito il rimbombo dei colpi approssimativamente « [...] nella costruzione di fronte a me, o in quella a destra»<ref>{{Cita web|cognome=Kays|nome=John G.|url=http://newsblaze.com/story/20081122132719tsop.nb/topstory.html|titolo=JFK Assassination: The Case for Conspiracy is Still Alive!|sito=newsblaze.com|data=22 novembre 2008|accesso=24 aprile 2014}}</ref>, cioè da un altro edificio e fermò Oswald ma lì, davanti alla sala da pranzo, Oswald fu identificato dal sovrintendente dell'edificio, Roy Truly, che disse di lasciarlo andare. Sia Baker sia Truly testimoniarono che Oswald appariva « [...] calmo, freddo, normale e in alcun modo senza fiato» e non era sudato.
Immediatamente la ''limousine'' si diresse verso il [[Parkland Memorial Hospital]], dove i medici Carrico e Malcom Perry si adoperarono per salvare la vita del [[presidente degli Stati Uniti d'America|Presidente]]. Intanto, immediatamente, 75-90 secondi dopo l'ultimo sparo, al secondo piano del deposito di libri, Oswald si trovò di fronte al poliziotto Marion Baker. Baker affermò che ricordava di aver udito il rimbombo dei colpi approssimativamente « [...] nella costruzione di fronte a me, o in quella a destra»<ref>{{Cita web|cognome=Kays|nome=John G.|url=http://newsblaze.com/story/20081122132719tsop.nb/topstory.html|titolo=JFK Assassination: The Case for Conspiracy is Still Alive!|sito=newsblaze.com|data=22 novembre 2008|accesso=24 aprile 2014}}</ref>, cioè da un altro edificio e fermò Oswald ma lì, davanti alla sala da pranzo, Oswald fu identificato dal sovrintendente dell'edificio, Roy Truly, che disse di lasciarlo andare. Sia Baker sia Truly testimoniarono che Oswald appariva « [...] calmo, freddo, normale e in alcun modo senza fiato» e non era sudato.
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Il fucile, un [[Carcano Mod. 91|Mannlicher-Carcano]], spesso confuso con il simile [[Mauser]], del peso di circa 3,6 chilogrammi (8 [[libbra|libbre]]), [[calibro]] 6,5 millimetri, con un mirino telescopico a 4 ingrandimenti, venne ritrovato alle 13:22 dalla polizia di Dallas, vicino alla finestra del 6º piano, posizionato verticalmente, chi dice appoggiato sul [[Calcio (armi)|calcio]] e chi nascosto dietro una pila di libri.<ref>{{Cita web|url=http://www.johnkennedy.it/page/2|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110909045640/http://www.johnkennedy.it/page/2|dataarchivio=9 settembre 2011|titolo=Part 2|editore=johnkennedy.it|urlmorto=sì}}</ref> Dopo il ritrovamento, il fucile fu fotografato{{Citazione necessaria}} prima di essere toccato.
Il fucile, un [[Carcano Mod. 91|Mannlicher-Carcano]], spesso confuso con il simile [[Mauser]], del peso di circa 3,6 chilogrammi (8 [[libbra|libbre]]), [[calibro]] 6,5 millimetri, con un mirino telescopico a 4 ingrandimenti, venne ritrovato alle 13:22 dalla polizia di Dallas, vicino alla finestra del 6º piano, posizionato verticalmente, chi dice appoggiato sul [[Calcio (armi)|calcio]] e chi nascosto dietro una pila di libri.<ref>{{Cita web|url=http://www.johnkennedy.it/page/2|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110909045640/http://www.johnkennedy.it/page/2|dataarchivio=9 settembre 2011|titolo=Part 2|editore=johnkennedy.it|urlmorto=sì}}</ref> Dopo il ritrovamento, il fucile fu fotografato{{Citazione necessaria}} prima di essere toccato.


Alle 12:40 circa, il portone della Texas School Book fu chiuso dalle autorità.<ref>{{Cita web|autore=Giuseppe Sabatino|url=http://www.jfkennedy.it/Cronologiadeglieventi.html|titolo=Cronologia degli eventi|editore=jfkennedy.it|accesso=3 novembre 2013}}</ref> Fuori, intanto, agenti di polizia, ''detective'', testimoni e altre persone si dirigevano verso la collinetta erbosa, nel parcheggio retrostante e al magazzino della ferrovia (dalle 12:30 alle 12:39 circa){{citazione necessaria}}. La zona intorno al Dealey Plaza e i palazzi non furono isolati e dopo soli 10 minuti dall'assassinio, alcune fotografie mostrano veicoli che andavano e venivano su Elm Street, intorno alla scena del crimine. Alle 13:00, dopo aver preso un autobus e un taxi, Oswald ritornò alla sua camera nella pensione di North Beckely Street al numero 1026 e, come disse la proprietaria, ne uscì verso le 13:03&nbsp;– 13:04, quando lo vide l'ultima volta alla fermata dell'autobus.
Alle 12:40 circa, il portone della Texas School Book fu chiuso dalle autorità.<ref>{{Cita web|autore=Giuseppe Sabatino|url=http://www.jfkennedy.it/Cronologiadeglieventi.html|titolo=Cronologia degli eventi|editore=jfkennedy.it|accesso=3 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131104134554/http://www.jfkennedy.it/Cronologiadeglieventi.html|dataarchivio=4 novembre 2013|urlmorto=sì}}</ref> Fuori, intanto, agenti di polizia, ''detective'', testimoni e altre persone si dirigevano verso la collinetta erbosa, nel parcheggio retrostante e al magazzino della ferrovia (dalle 12:30 alle 12:39 circa){{citazione necessaria}}. La zona intorno al Dealey Plaza e i palazzi non furono isolati e dopo soli 10 minuti dall'assassinio, alcune fotografie mostrano veicoli che andavano e venivano su Elm Street, intorno alla scena del crimine. Alle 13:00, dopo aver preso un autobus e un taxi, Oswald ritornò alla sua camera nella pensione di North Beckely Street al numero 1026 e, come disse la proprietaria, ne uscì verso le 13:03&nbsp;– 13:04, quando lo vide l'ultima volta alla fermata dell'autobus.


Dalle 13:00 alle 13:35 Johnny Calvin Brewer, che lavorava come ''manager'' al negozio di calzature Hardy's vicino al teatro sul Jefferson Bd., dichiarò che Oswald si voltò verso la via e si nascose all'entrata del negozio non appena sentì le sirene della polizia. Quando Oswald lasciò il negozio, Brewer lo seguì e lo vide entrare al cinema senza pagare, dato che la giovane donna allo sportello, Julie Postal, era distratta. Brewer avvertì la donna che a sua volta informò la polizia di Dallas intorno alle 13:40. Al cinema diversi testimoni videro Oswald spostarsi e cambiare diverse volte di posto.
Dalle 13:00 alle 13:35 Johnny Calvin Brewer, che lavorava come ''manager'' al negozio di calzature Hardy's vicino al teatro sul Jefferson Bd., dichiarò che Oswald si voltò verso la via e si nascose all'entrata del negozio non appena sentì le sirene della polizia. Quando Oswald lasciò il negozio, Brewer lo seguì e lo vide entrare al cinema senza pagare, dato che la giovane donna allo sportello, Julie Postal, era distratta. Brewer avvertì la donna che a sua volta informò la polizia di Dallas intorno alle 13:40. Al cinema diversi testimoni videro Oswald spostarsi e cambiare diverse volte di posto.
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=== Le traiettorie dei proiettili ===
=== Le traiettorie dei proiettili ===
[[File:Badgeman.jpg|thumb|Il cosiddetto ''badgeman'' con il presunto lampo dello sparo.]]
[[File:Badgeman.jpg|thumb|Il cosiddetto ''badgeman'' con il presunto lampo dello sparo.]]
Solitamente chi sostiene la cospirazione o la teoria del gruppo di fuoco afferma che non furono tre colpi (uno a vuoto) sparati dal deposito di libri, con il fucile di Oswald, a uccidere Kennedy e ferire Connally, ma sei-sette colpi, sparati da due o tre o addirittura quattro cecchini in circa 6 secondi; spesso le versioni sono contraddittorie. [[Assassinio di John Fitzgerald Kennedy#La pista mafiosa|Una versione]] indica Charles Nicoletti<ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://www.spartacus.schoolnet.co.uk/JFKnicoletti.htm|titolo=James Files, confession made to Robert G. Vernon (22nd March, 1994)|sito=spartacus.schoolnet.co.uk|accesso=25 aprile 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121203230728/http://www.spartacus.schoolnet.co.uk/JFKnicoletti.htm|dataarchivio=3 dicembre 2012}}</ref> (o [[John Roselli]]) appostato al deposito di libri o nel vicino Dal Tex Building, con un fucile di precisione, forse con Oswald a supportarlo nel deposito con il suo Mannichler-Carcano, e [[James Files|James E. Files]] alla collinetta erbosa, dietro la staccionata con la pistola Remington XP Fireball a mirino telescopico<ref>{{Cita libro|lingua=en|cognome=Ray|nome=Pamela J.|cognome2=Files|nome2=James E.|titolo=Interview with History: The JFK Assassination|anno=2007}}</ref>, che avrebbero sparato con altri complici i seguenti colpi, pressappoco in questa sequenza: il 1°, poco udibile (forse colpo di avvertimento o segnale, sparato con una pistola, da un complice); 2° e 3° (alla schiena di Kennedy, dal deposito e alla schiena e alla spalla di Connally, sempre dal deposito, forse ferendo un passante di striscio rimbalzando sul manto stradale; Kennedy e Connally si voltano, poi si accorgono della ferita), il 4° (alla gola di Kennedy, dalla collinetta erbosa o da un edificio davanti; si vede Kennedy portarsi le mani al collo e Connally che si gira) il 5° e il 6° (al polso e poi alla coscia di Connally, dal deposito di libri, ma da un'altra finestra, e alla testa di Kennedy, colpo mortale, talvolta attribuito a Files, secondo la sua "confessione", talvolta al killer della [[mafia corsa]] Lucien Sarti; si vede la testa di Kennedy esplodere sul lato destro<ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://news.google.com/newspapers?id=mqNdAAAAIBAJ&sjid=Bl0NAAAAIBAJ&pg=1234%2C4995432|titolo=French accused of killing JFK|pubblicazione=Observer-Reporter|città=Washington, PA|pagina=A-8|data=27 ottobre 1988|accesso=25 aprile 2014}}</ref>); a volte viene aggiunto un possibile 7° colpo (solo nella versione di Files; quasi contemporaneo al 5 e al 6°, alla testa o alla nuca di Kennedy, sparato dal deposito di libri da Nicoletti; si vede Kennedy spinto in avanti per una frazione di secondo, prima che l'effetto jet e il colpo contemporaneo provochino lo spostamento indietro e l'apertura della scatola cranica), per un totale dei tre-quattro rumori di sparo udibili e che sarebbero sovrapposti.<ref>Una presunta ricostruzione "ripulita" dell'audio della polizia di Dallas, sincronizzata col video di Abraham Zapruder: {{YouTube|lingua=en|autore=Tom Roudebush|id=QR1emEZXDo4|titolo=JFK SEVEN SHOTS - ZAPRUDER|data=30 luglio 2010|accesso=25 aprile 2014}}(Licenza Creative Commons)</ref>. I sicari mafiosi avrebbero raccolto e fatto sparire i bossoli, lasciando solo quelli di Oswald con il suo fucile, poi sarebbero tornati subito a [[Chicago]], mentre Oswald, ignaro che i complici lo avevano incastrato, andò a casa sua, prima di uscire nuovamente ed essere arrestato. Files affermò che Ruby era in Dealey Plaza; quindi si occupò di fare tacere Oswald, uccidendolo due giorni dopo nei sotterranei della stazione di polizia.<ref>{{Cita web|autore=Giuseppe Sabatino|url=http://www.jfkennedy.it/Evidenzedicomplotto...nelfilmdiZ.html|titolo=Evidenze di complotto... nel film di Zapruder|sito=jfkennedy.it|data=|accesso=25 aprile 2014}}</ref><ref name=marinelli>Versione ipotetica dell'omicidio di J. F.Kennedy del 22 novembre 1963 in Texas in base alle prove presenti su internet:
Solitamente chi sostiene la cospirazione o la teoria del gruppo di fuoco afferma che non furono tre colpi (uno a vuoto) sparati dal deposito di libri, con il fucile di Oswald, a uccidere Kennedy e ferire Connally, ma sei-sette colpi, sparati da due o tre o addirittura quattro cecchini in circa 6 secondi; spesso le versioni sono contraddittorie. [[Assassinio di John Fitzgerald Kennedy#La pista mafiosa|Una versione]] indica Charles Nicoletti<ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://www.spartacus.schoolnet.co.uk/JFKnicoletti.htm|titolo=James Files, confession made to Robert G. Vernon (22nd March, 1994)|sito=spartacus.schoolnet.co.uk|accesso=25 aprile 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121203230728/http://www.spartacus.schoolnet.co.uk/JFKnicoletti.htm|dataarchivio=3 dicembre 2012}}</ref> (o [[John Roselli]]) appostato al deposito di libri o nel vicino Dal Tex Building, con un fucile di precisione, forse con Oswald a supportarlo nel deposito con il suo Mannichler-Carcano, e [[James Files|James E. Files]] alla collinetta erbosa, dietro la staccionata con la pistola Remington XP Fireball a mirino telescopico<ref>{{Cita libro|lingua=en|cognome=Ray|nome=Pamela J.|cognome2=Files|nome2=James E.|titolo=Interview with History: The JFK Assassination|anno=2007}}</ref>, che avrebbero sparato con altri complici i seguenti colpi, pressappoco in questa sequenza: il 1°, poco udibile (forse colpo di avvertimento o segnale, sparato con una pistola, da un complice); 2° e 3° (alla schiena di Kennedy, dal deposito e alla schiena e alla spalla di Connally, sempre dal deposito, forse ferendo un passante di striscio rimbalzando sul manto stradale; Kennedy e Connally si voltano, poi si accorgono della ferita), il 4° (alla gola di Kennedy, dalla collinetta erbosa o da un edificio davanti; si vede Kennedy portarsi le mani al collo e Connally che si gira) il 5° e il 6° (al polso e poi alla coscia di Connally, dal deposito di libri, ma da un'altra finestra, e alla testa di Kennedy, colpo mortale, talvolta attribuito a Files, secondo la sua "confessione", talvolta al killer della [[mafia corsa]] Lucien Sarti; si vede la testa di Kennedy esplodere sul lato destro<ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://news.google.com/newspapers?id=mqNdAAAAIBAJ&sjid=Bl0NAAAAIBAJ&pg=1234%2C4995432|titolo=French accused of killing JFK|pubblicazione=Observer-Reporter|città=Washington, PA|pagina=A-8|data=27 ottobre 1988|accesso=25 aprile 2014}}</ref>); a volte viene aggiunto un possibile 7° colpo (solo nella versione di Files; quasi contemporaneo al 5 e al 6°, alla testa o alla nuca di Kennedy, sparato dal deposito di libri da Nicoletti; si vede Kennedy spinto in avanti per una frazione di secondo, prima che l'effetto jet e il colpo contemporaneo provochino lo spostamento indietro e l'apertura della scatola cranica), per un totale dei tre-quattro rumori di sparo udibili e che sarebbero sovrapposti.<ref>Una presunta ricostruzione "ripulita" dell'audio della polizia di Dallas, sincronizzata col video di Abraham Zapruder: {{YouTube|lingua=en|autore=Tom Roudebush|id=QR1emEZXDo4|titolo=JFK SEVEN SHOTS - ZAPRUDER|data=30 luglio 2010|accesso=25 aprile 2014}}(Licenza Creative Commons)</ref>. I sicari mafiosi avrebbero raccolto e fatto sparire i bossoli, lasciando solo quelli di Oswald con il suo fucile, poi sarebbero tornati subito a [[Chicago]], mentre Oswald, ignaro che i complici lo avevano incastrato, andò a casa sua, prima di uscire nuovamente ed essere arrestato. Files affermò che Ruby era in Dealey Plaza; quindi si occupò di fare tacere Oswald, uccidendolo due giorni dopo nei sotterranei della stazione di polizia.<ref>{{Cita web|autore=Giuseppe Sabatino|url=http://www.jfkennedy.it/Evidenzedicomplotto...nelfilmdiZ.html|titolo=Evidenze di complotto... nel film di Zapruder|sito=jfkennedy.it|data=|accesso=25 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131206185513/http://www.jfkennedy.it/Evidenzedicomplotto...nelfilmdiZ.html|dataarchivio=6 dicembre 2013|urlmorto=sì}}</ref><ref name=marinelli>Versione ipotetica dell'omicidio di J. F.Kennedy del 22 novembre 1963 in Texas in base alle prove presenti su internet:
:{{Cita web|autore=Fabio Marinelli|url=http://fabiomarinelli.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=2632861|titolo=L'assassinio di John F. Kennedy e l'inizio delle cospirazioni antidemocratiche|editore=Il Cannocchiale|data=24 aprile 2011|accesso=24 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121008095903/http://fabiomarinelli.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=2632861|dataarchivio=8 ottobre 2012|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|autore=Federico Ferrero|url=http://www.johnkennedy.it/?p=934|titolo=Le confessioni di James Files: credetemi sulla parola, sono stato io|sito=johnkennedy.it|data=21 dicembre 2012|accesso=24 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140424120836/http://www.johnkennedy.it/?p=934|dataarchivio=24 aprile 2014|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|url=http://digidownload.libero.it/rivista.criminale/baccaro/rivista/1_2012.pdf|formato=pdf|titolo=JFK: teorie e complotti|rivista=Rivista di Psicodinamica Criminale|anno=V|numero=1|data=giugno 2012|accesso=24 aprile 2014|issn=2037-1195|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140424120638/http://digidownload.libero.it/rivista.criminale/baccaro/rivista/1_2012.pdf|dataarchivio=24 aprile 2014|urlmorto=no}}</ref> Nella cosiddetta foto Moorman s'intravede una sagoma umana (per alcuni complottisti Files, per altri il cosiddetto "Badge Man") e un lampo vicino al muretto nei pressi della staccionata (secondo chi non crede a queste versioni alternative si tratterebbe solo di un effetto ottico di [[pareidolia]]).<ref name=marinelli/><ref>[http://s152.photobucket.com/user/Kquinn856/media/Badge%20man_zpspbnxpdvp.jpg.html Moorman Photo ingrandita]</ref>
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Tuttavia, nelle carte relative al primo colloquio con Russo, sostenuto dal sostituto procuratore Andrew Sciambra, non si faceva alcun riferimento al suddetto ''party'', e veniva inoltre riportato che Russo aveva incontrato Bertrand/Shaw in due occasioni, e nessuna delle due ebbe luogo a un ''party''. La grave omissione di Sciambra nel riportare l'episodio del ''party'' venne abilmente sfruttata dagli avvocati di Shaw, che sollevarono la questione di attendibilità circa la testimonianza di Russo<ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://www.webcom.com/~lpease/collections/assassinations/jfk/russo4.htm|urlarchivio=https://web.archive.org/web/19990506104102/http://www.webcom.com/~lpease/collections/assassinations/jfk/russo4.htm|dataarchivio=6 maggio 1999|titolo=The Two Sciambra Memos|editore=webcom.com|accesso=3 novembre 2013|urlmorto=sì}}</ref>.
Tuttavia, nelle carte relative al primo colloquio con Russo, sostenuto dal sostituto procuratore Andrew Sciambra, non si faceva alcun riferimento al suddetto ''party'', e veniva inoltre riportato che Russo aveva incontrato Bertrand/Shaw in due occasioni, e nessuna delle due ebbe luogo a un ''party''. La grave omissione di Sciambra nel riportare l'episodio del ''party'' venne abilmente sfruttata dagli avvocati di Shaw, che sollevarono la questione di attendibilità circa la testimonianza di Russo<ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://www.webcom.com/~lpease/collections/assassinations/jfk/russo4.htm|urlarchivio=https://web.archive.org/web/19990506104102/http://www.webcom.com/~lpease/collections/assassinations/jfk/russo4.htm|dataarchivio=6 maggio 1999|titolo=The Two Sciambra Memos|editore=webcom.com|accesso=3 novembre 2013|urlmorto=sì}}</ref>.


Un altro testimone, Charles Spiesel, indebolì ulteriormente la tesi accusatoria. Fu costretto ad ammettere di aver intentato causa nel [[1964]] contro uno psichiatra e la città di [[New York]], poiché sostenne di essere stato ipnotizzato dalla polizia e da altri personaggi non meglio identificati. Riferì, inoltre, che prendeva regolarmente le impronte digitali ai suoi figli<ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://mcadams.posc.mu.edu/jimlie7.htm|titolo=Attempt to Use Insane Witness Blows Up In Garrison's Face Lying About Being in the Courtroom|sito=mcadams.posc.mu.edu|editore=Kennedy Assassination Home Page|accesso=24 aprile 2014}}</ref>. Spiesel era stato convocato per testimoniare di aver partecipato a una riunione cui sarebbe stato presente anche Clay Shaw, presentatosi come Clay Bertrand. Anche le testimonianze di persone che si [[prostituzione omosessuale|prostituivano in ambito gay]] le quali identificarono Shaw in Bertrand, furono considerate inattendibili.
Un altro testimone, Charles Spiesel, indebolì ulteriormente la tesi accusatoria. Fu costretto ad ammettere di aver intentato causa nel [[1964]] contro uno psichiatra e la città di [[New York]], poiché sostenne di essere stato ipnotizzato dalla polizia e da altri personaggi non meglio identificati. Riferì, inoltre, che prendeva regolarmente le impronte digitali ai suoi figli<ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://mcadams.posc.mu.edu/jimlie7.htm|titolo=Attempt to Use Insane Witness Blows Up In Garrison's Face Lying About Being in the Courtroom|sito=mcadams.posc.mu.edu|editore=Kennedy Assassination Home Page|accesso=24 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140405170028/http://mcadams.posc.mu.edu/jimlie7.htm|dataarchivio=5 aprile 2014|urlmorto=sì}}</ref>. Spiesel era stato convocato per testimoniare di aver partecipato a una riunione cui sarebbe stato presente anche Clay Shaw, presentatosi come Clay Bertrand. Anche le testimonianze di persone che si [[prostituzione omosessuale|prostituivano in ambito gay]] le quali identificarono Shaw in Bertrand, furono considerate inattendibili.


Il 21 gennaio [[1969]] ebbe inizio il processo e il 1º marzo dello stesso anno, dopo meno di un'ora di camera di consiglio, la giuria all'unanimità assolse Shaw per non aver commesso il fatto.<ref>{{Citazione|After a dramatic closing speech in which Garrison appealed to the jurors to save the US from a federal plot that he had not established, the jurors filed out took one ballot, and unanimously acquitted Clay Shaw.|{{Cita pubblicazione|titolo=Clay Shaw Interview|rivista=Penthouse|mese=novembre|anno=1969|pagina=34-35}}.}}</ref><ref>{{Cita libro
Il 21 gennaio [[1969]] ebbe inizio il processo e il 1º marzo dello stesso anno, dopo meno di un'ora di camera di consiglio, la giuria all'unanimità assolse Shaw per non aver commesso il fatto.<ref>{{Citazione|After a dramatic closing speech in which Garrison appealed to the jurors to save the US from a federal plot that he had not established, the jurors filed out took one ballot, and unanimously acquitted Clay Shaw.|{{Cita pubblicazione|titolo=Clay Shaw Interview|rivista=Penthouse|mese=novembre|anno=1969|pagina=34-35}}.}}</ref><ref>{{Cita libro

Versione delle 14:05, 2 gen 2020

Voce principale: John Fitzgerald Kennedy.
Assassinio di John Fitzgerald Kennedy
attentato
Il presidente Kennedy con la moglie, Jacqueline, il governatore del Texas John Connally e la consorte Nellie Connally, nella limousine presidenziale, pochi istanti prima dell'assassinio.
Tipoattentato
Data22 novembre 1963
12:30
LuogoDallas
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Coordinate32°46′45.4″N 96°48′30.6″W
ObiettivoJohn Fitzgerald Kennedy
ResponsabiliLee Harvey Oswald (secondo FBI e Commissione Warren);

Oswald con un possibile complice ignoto[1] (secondo la HSCA)

Motivazioneignota
Conseguenze
MortiJohn Fitzgerald Kennedy, J.D. Tippit
FeritiJohn Connally, James T. Tague
SopravvissutiJacqueline Kennedy, Nellie Connally

L'assassinio di John Fitzgerald Kennedy, trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti d'America, venne commesso venerdì 22 novembre 1963 a Dallas, Texas, alle 12:30 ora locale (18:30 UTC).

Mentre viaggiava con la moglie Jacqueline, con il governatore John Connally (ferito gravemente) e la moglie di quest'ultimo Nellie a bordo della limousine presidenziale, Kennedy fu ferito mortalmente nella Dealey Plaza da colpi di fucile sparati dall'operaio, attivista ed ex militare Lee Harvey Oswald.

Per indagare sull'accaduto venne creata un'apposita commissione d'inchiesta, la commissione Warren, le cui indagini - svolte tra il 1963 e il 1964 - affermarono che Kennedy fu colpito da un unico cecchino (lone gunman theory).[2] Questa conclusione incontrò inizialmente un ampio sostegno da parte del pubblico statunitense, ma successivi sondaggi d'opinione, a partire dal Gallup poll del 1966, dimostrarono come molti dei lettori fossero invece di parere contrario,[3][4] tanto che nel 1976 venne creato un nuovo organo, la United States House Select Committee on Assassinations (HSCA) che presentò il risultato del suo lavoro nel 1979.

La HSCA, basandosi in parte su prove acustiche[5], ipotizzò che vi fossero stati quattro spari, di cui tre (compreso il colpo mortale) da parte di Oswald e uno forse di un altro cecchino, concludendo che lo psicolabile Lee Harvey Oswald, potrebbe avere agito nel quadro di un progetto coinvolgente più persone, secondo diversi sostenitori di varie teorie del complotto, anche se di ciò non furono trovate prove.

Contesto

Problemi di sicurezza

Il disinvolto comportamento di JFK costituiva un grosso problema per gli addetti alla sua personale sicurezza. In particolare la sua frequente attività sessuale con amanti più o meno occasionali e la complicità del suo staff comportava difficoltà agli addetti dei servizi segreti preposti alla sua sicurezza. La gestione del problema nel suo insieme si era deteriorata. A titolo di esempio, JFK era solito ricevere nel locale con piscina, che aveva fatto predisporre presso la Casa Bianca, due avvenenti fanciulle le cui identità personali erano ignote persino al personale della sicurezza, che le aveva soprannominate "Fiddle & Faddle". Durante la permanenza in piscina del Presidente, neanche gli agenti preposti alla sua sicurezza personale vi avevano accesso.[6] Inoltre, numerose erano le giovani e avvenenti donne, molte impiegate in uffici della Casa Bianca, con le quali JFK s'intratteneva sessualmente, così come lo erano altre ragazze che ebbero con lui rapporti rapidi e occasionali: hostess, donne del mondo dello spettacolo, giovani che aveva conosciuto quando queste lavoravano per la sua campagna elettorale e anche prostitute, tutte definite dai Servizi di sicurezza come happening babies (ragazze per l'occasione).[7] Tutto ciò veniva fatto con l'impegno assoluto a non insospettire la moglie Jacqueline, impegno che coinvolgeva in primis il suo assistente Dave Powers e, a seguire, i servizi di sicurezza, i quali si trovavano nell'ingrata e inattesa incombenza di dover proteggere il Presidente non solo dai nemici potenziali, ma anche dalla sua legittima sposa.[8] Naturalmente l'opinione pubblica americana era del tutto ignara dei comportamenti libertini del Presidente, così come poco si sapeva delle sue frequenti assenze, dovute a motivi della sua malandata salute.[9] L'aria di complicità che permeava l'entourage stretto del Presidente (inclusi gli uomini dei servizi di sicurezza, che, per altro, lo adoravano per il suo passato di eroe della seconda guerra mondiale),[10] la cordialità con cui tutti costoro venivano trattati da JFK, l'andazzo di "lasciar correre", violando così i rigidi regolamenti dei Servizi, in numerose delle occasioni degli incontri clandestini del Presidente, anche durante i suoi viaggi, a causa di disposizioni più o meno esplicite del medesimo, portò a un rilassamento della sicurezza che era molto pericoloso. La notte precedente l'attentato, un gruppo di agenti deputati alla scorta del presidente si attardò fino a notte inoltrata a bere liquori nonostante la mattina alle ore otto dovessero prendere servizio, violando così palesemente il regolamento che vietava agli agenti di scorta al Presidente di assumere alcolici o stupefacenti.[11]

Fu poi lo stesso JFK che rese ancor più arduo il problema della sicurezza relativamente alla sua visita alla città texana di Dallas, allorché il 20 novembre disse al suo assistente Kenneth O'Donnell: «Non voglio la capote sulla macchina, tutte le texane devono vedere che bella ragazza è Jackie [La moglie Jacqueline Bouvier]».[12] Inoltre vietò ai mezzi di scorta l'uso delle sirene e non consentì che agenti in motocicletta affiancassero la limousine sulla quale avrebbero preso posto lui e la moglie.[13]

Segnali d'allarme

Volantino che circolò a Dallas il 21 novembre, il giorno prima dell'omicidio di Kennedy.

Il viaggio a Dallas era visto dai collaboratori e da molti esponenti del Partito Democratico come un grosso rischio che non doveva essere corso. Il senatore J. William Fulbright, autorevole esponente democratico dello stato dell'Arkansas gli aveva detto: «Dallas è un luogo estremamente pericoloso…Io non ci andrei. Lei non ci deve andare.».[12] Un mese prima Adlai Stevenson, allora Ambasciatore USA presso le Nazioni Unite, nominato durante la presidenza Kennedy e sostenitore di JFK nella campagna presidenziale del 1960, era stato aggredito proprio a Dallas da un nutrito gruppo di oppositori. Da una bozza del discorso che l'allora vicepresidente Lyndon B. Johnson aveva preparato per il discorso che avrebbe tenuto ad Austin, dopo la visita presidenziale a Dallas, risulta che l'incipit sarebbe stato «Signor presidente, grazie a Dio è uscito vivo da Dallas».[12] L'edizione di quel venerdì mattina del Dallas Morning News uscì con un annuncio listato di nero in cui si accusava di tradimento JFK[12] e il giorno prima era stato distribuito a Dallas un volantino, nella forma dei manifesti utilizzati per i ricercati, dove, sotto le immagini raffiguranti il volto di JFK di prospetto e di profilo, era scritto WANTED FOR TREASON (Ricercato per tradimento) con sotto un elenco di accuse contro di lui.

Kennedy stesso si rendeva conto di quanto fosse pericoloso quel tour. La mattina medesima del 22 novembre, guardando dalla finestra della sua camera all'Hotel Texas di Fort Worth, dove aveva pernottato giungendo da Houston, JFK disse, indicando il podio dal quale avrebbe tenuto un breve discorso: «Guardate il podio, con tutti quei palazzi intorno i servizi segreti non sarebbero mai in grado di fermare chi volesse colpirmi». Alla moglie, che esprimeva la sua preoccupazione per i rischi di un attentato, JFK aveva dato ragione, dicendo poi: «Oggi entriamo in una zona di fanatici… Sai, ieri sera sarebbe stata perfetta per uccidere un presidente. Intendo dire, supponi che un uomo nascondesse una pistola in una valigetta – mimò quindi uno sparo – poi avrebbe potuto lasciar cadere pistola e valigetta e mescolarsi alla folla.».[14]

Cronologia degli eventi

Lo stesso argomento in dettaglio: Cronologia dell'assassinio di John F. Kennedy.

La visita presidenziale nello Stato del Texas era la prima concordata tra JFK, Lyndon Baines Johnson e il governatore texano John Connally, durante un incontro dei tre a El Paso (Texas), il 6 giugno 1963.[15]

Il presidente Kennedy decise di intraprendere il viaggio con in mente tre obiettivi principali:

  • la ricerca di capitali per la campagna presidenziale del partito democratico
  • ottenere consensi per ricandidarsi alle elezioni del novembre 1964: nell'anno appena trascorso il suo indice di gradimento, secondo la Gallup, era sceso dal 76% al 59% ed egli considerava che solo con la conquista elettorale degli stati del Texas e della Florida, si sarebbero potute compensare le eventuali perdite di voti negli stati del Sud[12]
  • cercare una riappacificazione politica tra i leader del Partito Democratico texano che sembravano in lotta tra loro, tenuto conto che la lista Kennedy - Johnson aveva a malapena vinto in Texas nel 1960 (e nella città di Dallas aveva perso).

Il viaggio fu annunciato per la prima volta nel mese di settembre 1963. Il percorso del corteo fu stabilito il 18 novembre e reso noto pubblicamente intorno al 22. La terza settimana di ottobre 1963 Lee Harvey Oswald trovò impiego a tempo pieno al deposito di libri della Texas School a $ 1,25 orari (circa $ 7,64 nel 2006), grazie a Ruth Paine, un'amica della moglie di Lee, Marina, presso la quale quest'ultima si era trasferita con i figli.[senza fonte] Il 24 ottobre 1963, durante i festeggiamenti a Dallas dello United Nations Day, l'ambasciatore Adlai Stevenson II fu deriso, spintonato, e colpito da sputi. La polizia di Dallas, timorosa che un simile comportamento potesse verificarsi anche durante la visita del presidente, aumentò le misure precauzionali, mettendo in atto il maggior stato di sicurezza nella storia della città.[senza fonte]

L'arrivo all'aeroporto di Dallas

Venerdì 22 novembre 1963 alle ore 11:40 CST, Kennedy, sua moglie Jacqueline e il seguito presidenziale atterrarono all'aeroporto Love Field di Dallas, con l'Air Force One, partito poco prima dalla vicina Fort Worth. Le auto del corteo avrebbero dovuto seguire un certo ordine e allineamento di marcia, ma poco prima dell'arrivo di Kennedy, quest'ordine fu cambiato. Lo schema prevedeva il corteo presidenziale da Love Field, al centro di Dallas, per finire al Trade Mart, dov'era programmato il banchetto presidenziale: sarebbe dovuto entrare in Dealey Plaza alle 12:25 e dopo cinque minuti arrivare al Trade Mart dov'era atteso dall'amministrazione di Dallas, autorità religiose, leader politici e civili.

Alle tre reti televisive di Dallas erano stati assegnati compiti diversi: la WBAP-TV (NBC), con base a Fort Worth, avrebbe seguito la colazione ufficiale del presidente prima di partire per Dallas, la WFAA-TV (ABC) si sarebbe dovuta occupare dell'arrivo del presidente e del corteo. La KRLD-TV (CBS) avrebbe dovuto seguire il discorso del presidente al Trade Mart.

Il corteo presidenziale

Kennedy e Jacqueline a bordo della Lincoln, poco prima dell'assassinio.

Il corteo era così composto:

Sull'auto capofila (una Ford bianca) si trovavano:

  • alla guida il capo della polizia di Dallas, Jesse Curry
  • sul sedile anteriore destro, l'agente dello United States Secret Service Winston Lawson
  • sul sedile posteriore sinistro, lo sceriffo Bill Decker
  • sul sedile posteriore destro, l'agente Forrest Sorrels

Sulla Lincoln Continental del 1961, modello SS100X:

  • alla guida, l'agente Bill Greer
  • sul sedile anteriore destro, l'agente Roy Kellerman
  • sul sedile di mezzo a sinistra, Nellie Connally
  • sul sedile di mezzo a destra, il governatore del Texas John Connally
  • sul sedile posteriore sinistro, la First lady Jacqueline Kennedy
  • sul sedile posteriore destro, John F. Kennedy

Sulla Cadillac Halfback decappottabile:

  • alla guida, l'agente Sam Kinney
  • sul sedile anteriore destro, l'agente Emory Roberts
  • sul predellino anteriore sinistro, l'agente Clint Hill
  • sul predellino posteriore sinistro, l'agente Bill McIntyre
  • sul predellino anteriore destro, l'agente John Ready
  • sul predellino posteriore destro, l'agente Paul Landis
  • sul sedile di mezzo a sinistra, l'assistente del presidente, Kenneth O'Donnell
  • sul sedile di mezzo a destra, l'assistente del presidente, David Powers
  • sul sedile posteriore sinistro, l'agente Gorge Hockey
  • sul sedile posteriore destro, l'agente Glen Bennet

Sulla Lincoln 1963 quattro posti, decappottabile:

  • alla guida, l'ufficiale di pattuglia responsabile, Hurchel Jacks
  • sul sedile anteriore destro, l'agente Rufus Youngblood
  • sul sedile posteriore sinistro, il senatore Ralph Yarborough
  • sul sedile posteriore destro, il vicepresidente Lyndon B. Johnson
  • sul sedile posteriore, tra i due, la moglie del vice presidente Claudia Alta Taylor Johnson

Su una Varsity blindata:

  • alla guida il capo della polizia di Stato texana
  • a fianco l'assistente del vice presidente, Cliff Carter
  • a destra, l'agente Jerry Kivett
  • sul sedile posteriore gli agenti Woody Taylor e Lem Johns

Sull'auto della stampa, prestata dalla compagnia telefonica:

Sull'auto della Stampa locale:

Precedevano e seguivano il corteo numerosi agenti di polizia in motocicletta.

Percorso del corteo presidenziale.

Il percorso

Il percorso originario prevedeva che il corteo, entrato nella Dealey Plaza, proseguisse dritto su Main Street ma fu considerato che Elm Street rappresentava un percorso migliore, così il tragitto venne cambiato. La strada prevista fu quindi la seguente: all'uscita dell'aeroporto Love Field il corteo si sarebbe diretto a sinistra verso West Mockingbird Lane, poi a destra su Lemmon Ave, poi ancora a destra all'incrocio a Y su Turtle Creek Blvd. Avrebbe poi proseguito a diritto su Cedar Springs Rd. per poi svoltare a sinistra su North Harwood Street, svoltare a destra su Main Street, poi ancora a destra su Houston Street, poi a sinistra su Elm Street e proseguire nel triplo sottopassaggio, imboccando la via per il Trade Mart al n. 2100 N. Stemmon.

Il corteo presidenziale viaggiò senza incidenti per quasi tutto il percorso, con due sole fermate per permettere al presidente Kennedy di stringere la mano dapprima ad alcune suore cattoliche e poi ad alcuni bambini. Poco prima che la limousine voltasse su Main Street, un uomo corse verso l'auto, ma venne bloccato da un agente dei Servizi segreti e spinto via. Alle 12:29, la limousine entrò in Dealey Plaza dopo una svolta a destra di 90º da Main Street su Houston Street scendendo al di sotto dei 18 km/h. Oltre due dozzine, tra fotoamatori e professionisti, attendevano il passaggio del presidente. Alle 12:30, il presidente Kennedy lentamente passava di fronte al deposito di libri della Texas School, la limousine compì una svolta a sinistra di 120º di fronte al deposito, che dista solo 20 metri (circa 65 piedi).[senza fonte]

L'attentato e la morte

Il presidente John Fitzgerald Kennedy e la moglie Jacqueline Bouvier salirono su una limousine Lincoln sedendo nella parte posteriore, mentre sui sedili centrali sedettero John Connally, governatore del Texas, e sua moglie; la limousine, guidata dall'agente Bill Greer, rallentò in prossimità della curva tra la Houston Street e la Elm Street e, mentre il Presidente e il Governatore salutavano la folla, diversi colpi di fucile furono esplosi in direzione della vettura e uno di essi colpì J.F.K. alla testa, causandogli un'ampia ferita, rivelatasi poi mortale. La maggior parte dei testimoni riferirà di avere udito tre spari.[17]

Immediatamente la limousine si diresse verso il Parkland Memorial Hospital, dove i medici Carrico e Malcom Perry si adoperarono per salvare la vita del Presidente. Intanto, immediatamente, 75-90 secondi dopo l'ultimo sparo, al secondo piano del deposito di libri, Oswald si trovò di fronte al poliziotto Marion Baker. Baker affermò che ricordava di aver udito il rimbombo dei colpi approssimativamente « [...] nella costruzione di fronte a me, o in quella a destra»[18], cioè da un altro edificio e fermò Oswald ma lì, davanti alla sala da pranzo, Oswald fu identificato dal sovrintendente dell'edificio, Roy Truly, che disse di lasciarlo andare. Sia Baker sia Truly testimoniarono che Oswald appariva « [...] calmo, freddo, normale e in alcun modo senza fiato» e non era sudato.

Quando Oswald fu visto anche dalla segretaria del deposito al primo piano, aveva una bottiglia acquistata a un distributore automatico in sala da pranzo.[19] Verso le 12:33 Oswald lasciò il deposito della Texas School e la Commissione concluse che Oswald aveva percorso una distanza minima di 105 metri (346 piedi) dalla finestra esterna del sesto piano al primo piano.[20]

Il fucile, un Mannlicher-Carcano, spesso confuso con il simile Mauser, del peso di circa 3,6 chilogrammi (8 libbre), calibro 6,5 millimetri, con un mirino telescopico a 4 ingrandimenti, venne ritrovato alle 13:22 dalla polizia di Dallas, vicino alla finestra del 6º piano, posizionato verticalmente, chi dice appoggiato sul calcio e chi nascosto dietro una pila di libri.[21] Dopo il ritrovamento, il fucile fu fotografato[senza fonte] prima di essere toccato.

Alle 12:40 circa, il portone della Texas School Book fu chiuso dalle autorità.[22] Fuori, intanto, agenti di polizia, detective, testimoni e altre persone si dirigevano verso la collinetta erbosa, nel parcheggio retrostante e al magazzino della ferrovia (dalle 12:30 alle 12:39 circa)[senza fonte]. La zona intorno al Dealey Plaza e i palazzi non furono isolati e dopo soli 10 minuti dall'assassinio, alcune fotografie mostrano veicoli che andavano e venivano su Elm Street, intorno alla scena del crimine. Alle 13:00, dopo aver preso un autobus e un taxi, Oswald ritornò alla sua camera nella pensione di North Beckely Street al numero 1026 e, come disse la proprietaria, ne uscì verso le 13:03 – 13:04, quando lo vide l'ultima volta alla fermata dell'autobus.

Dalle 13:00 alle 13:35 Johnny Calvin Brewer, che lavorava come manager al negozio di calzature Hardy's vicino al teatro sul Jefferson Bd., dichiarò che Oswald si voltò verso la via e si nascose all'entrata del negozio non appena sentì le sirene della polizia. Quando Oswald lasciò il negozio, Brewer lo seguì e lo vide entrare al cinema senza pagare, dato che la giovane donna allo sportello, Julie Postal, era distratta. Brewer avvertì la donna che a sua volta informò la polizia di Dallas intorno alle 13:40. Al cinema diversi testimoni videro Oswald spostarsi e cambiare diverse volte di posto.

Almeno due dozzine di poliziotti, sceriffi e detective arrivarono al Texas Theatre perché avevano individuato Oswald come l'assassino di Tippit. Quando tentarono di arrestarlo erano circa le 13:50; Oswald reagì, secondo la polizia, tentando di sparare al proprietario, ma venne bloccato. Alle 15:01, ora di Dallas, solo un'ora dopo che Oswald fu portato alla prigione di Dallas, il direttore dell'FBI J. Edgar Hoover, scrisse un memorandum al suo assistente. «Ho chiamato il procuratore generale a casa sua e gli ho detto che penso di avere tra le mani l'uomo che ha ucciso il presidente».[23]

Nel frattempo al Parkland Memorial Hospital, mentre i giornalisti aumentavano, un prete somministrò l'estrema unzione al presidente. I dottori lavorarono freneticamente per salvargli la vita, ma le sue condizioni erano disperate. Alle 13:00, dopo che l'attività cardiaca era cessata, e dopo il rito dell'estrema unzione, il presidente John F. Kennedy fu dichiarato morto. Il personale medico della sala traumatologica n. 1 che aveva curato il presidente disse che il presidente era "moribondo" e che non aveva chance di sopravvivenza quando arrivò all'ospedale. Il prete che somministrò l'estrema unzione dichiarò al New York Times che il presidente era morto poco dopo il suo arrivo all'ospedale. Il governatore Connally intanto subì due interventi chirurgici.

Il nuovo presidente degli Stati Uniti, Lyndon Johnson, ordinò che l'annuncio della morte del Presidente Kennedy fosse dato solo dopo che lui aveva lasciato l'ospedale. Quindi il presidente fu dichiarato morto alle 13:00, ma l'annuncio ufficiale venne dato solo mezz'ora più tardi.
All'incirca alle 13:33, il segretario della Casa Bianca Malcolm Kilduff, diede l'annuncio ufficiale nella sala conferenze dell'ospedale con giornalisti e membri dello staff medico.

«Il presidente John Fitzgerald Kennedy è morto oggi approssimativamente alle 1:00 p.m., qui a Dallas. È morto per una ferita di arma da fuoco al cervello. Per quanto riguarda l'assassinio del Presidente, per ora non ho altri particolari[24]...»

Alle 2:38 EST, quando Walter Cronkite della CBS fece riferimento alle spaventose dimostrazioni a Dallas contro l'ambasciatore Adlai Stevenson II del mese precedente, ci fu un susseguirsi di notizie discordanti sulla morte del Presidente. Quando arrivò poi la conferma, Cronkite rimase in silenzio qualche secondo, poi lesse l'annuncio:

«Da Dallas, Texas, ultim'ora, apparentemente ufficiale, il Presidente Kennedy è morto all'1.00 p.m. CST, 2.00 EST, circa 38 minuti fa. (Breve pausa, Cronkite si schiarisce la gola, cerca di regolare le notizie scioccanti) Il Vice presidente Lyndon Johnson ha lasciato l'ospedale di Dallas, ma non sappiamo cosa succederà. Probabilmente pronuncerà a breve il giuramento e diventerà il 36º presidente degli Stati Uniti»

Alla NBC, Chet Huntley, Bill Ryan e Frank McGee condussero da New York con rapporti di David Brinkley da Washington, l'affiliata WBAP-TV (ora KXSA-TV) da Fort Worth, e Robert MacNeil (via telefono) dal Parkland Hospital. Durante i primi 35 minuti ci furono grosse difficoltà tecniche di collegamento tra Fort Worth TV e l'ospedale, tanto che in un primo momento Huntley alluse alla morte di Franklin Delano Roosevelt, interrotto da Ryan che leggeva la notizia dell'Associated Press sulla morte del presidente citando come fonti i preti cattolici che gli avevano dato l'estrema unzione.
Poco dopo la NBC passò a Charles Murphy della WBAP-TV a Fort Worth che, suffragando con bollettini della polizia di Dallas, notificò la morte ufficiale del presidente. Alle 2.39 p.m. McGee, che aveva appena ripetuto le notizie di MacNeil arrivate in diretta, stabilì una connessione audio, annunciando che aveva MacNeil in linea con nuovi rapporti da Parkland.
La prima parte risultò senza audio:
«Il segretario della Casa Bianca [...] Malcolm Kilduff... ha appena annunciato che il Presidente Kennedy... morto intorno all'1.00 CST, circa 35 minuti fa...»
A questo punto, arrivò l'audio. Mcgee continua a ripetere i frammenti:
« [...] dopo una sparatoria (dopo una sparatoria)... da un assalitore sconosciuto (da un assalitore sconosciuto)... mentre il corteo passava nel centro di Dallas (mentre il corteo passava nel centro di Dallas)».
Dopo la telefonata, McGeen fu visto asciugarsi gli occhi.

Dalla radio locale KLIF, Gary Delaune, Gordon McLendon e Joe Long (che avevano commentato l'arrivo del Presidente all'aeroporto Love Field), trasmisero la notizia come la ricevettero. Sotto stress, cercavano di dividere le fonti ufficiali da quelle non ufficiali, soprattutto quelle che riguardassero la morte del presidente. All'incirca alle 2.38 p.m. Long trasmise questo flash ufficiale:

«Il Presidente Kennedy è morto, Gordon. Questo è il comunicato ufficiale.»

Alle 14:05 il corpo del presidente JFK lasciò l'ospedale e fu trasportato sull'Air Force One, dove alcuni sedili erano stati rimossi per accogliere la bara. Per molti studiosi questa fu un'azione illegale, perché il corpo venne spostato senza prima aver fatto effettuare un esame forense dal coroner di Dallas secondo le leggi dello Stato del Texas; la morte del presidente, allora catalogata come un crimine di Stato e non federale, sarebbe dovuta sottostare alle leggi del Texas.

Diffusione della notizia

Da Dallas, gli ascoltatori locali della KLIF radio ascoltarono il primo bollettino all'incirca verso le 12:39 CST. La canzone I have a boyfriend del gruppo musicale The Chiffons fu interrotta e l'operatore radio Gary Delaune fece il seguente annuncio:

«Bollettino KLIF da Dallas: A quanto si dice, tre colpi d'arma da fuoco sono stati indirizzati al corteo del Presidente Kennedy oggi nel centro della città. Radio KLIF sta appurando le numerose notizie: restate sintonizzati»

I telespettatori della ABC-TV locale di Dallas seguivano una sfilata di abiti femminili quando improvvisamente apparve il giornalista Jay Watson, senza fiato, accorso alla stazione in Dealey Plaza:

«Buon pomeriggio signore e signori. Vogliate scusarmi se sono senza fiato, ma circa 10-15 minuti fa un tragico evento è accaduto nella città di Dallas. Lasciatemi dire questo (diede brevemente un'occhiata al foglio che teneva alla mano sinistra) e io vorrei… vogliate scusarmi se sono senza fiato. Un bollettino, proveniente dalla Sala Stampa di Dallas: il Presidente Kennedy e il governatore John Connally sono stati feriti da colpi d'arma da fuoco nel centro di Dallas»

Quelle annunciate dal giornalista Don Gardner alle 13:36 CST dalla ABC Radio network furono le prime notizie rese pubblicamente alla nazione sulla sparatoria:

«Interrompiamo questo programma per trasmettervi questo rapporto speciale della ABC Radio. C'è un rapporto speciale da Dallas, Texas. Tre colpi d'arma da fuoco hanno colpito il corteo del Presidente Kennedy oggi in centro a Dallas, Texas. Questa è la ABC Radio»

Quattro minuti dopo, il telegiornale della CBS interruppe la soap opera As the world turns con il primo rapporto (non in video) di Walter Cronkite:

«Bollettino della CBS News, A Dallas, Texas, tre colpi d'arma da fuoco hanno colpito il corteo del Presidente Kennedy. Le prime notizie dicono che il Presidente Kennedy ha riportato serie ferite da questa sparatoria.»

Nel contempo, la ABC e la NBC interruppero le trasmissioni. Dal quartier generale a New York, la WABC-TV, diramò la sua prima notizia alle 13:42, interrompendo Father knows best. Tre minuti dopo, l'annunciatore televisivo Don Pardo, interruppe la sit-com Bachelor Father della WNBC-TV con la notizia.

Intorno alle 14:00, tutti i network avevano sospeso la regolare programmazione televisiva per aggiornamenti con i maggiori dettagli che arrivavano da Dallas. L'annuncio ufficiale della morte del Presidente fu dato circa 40 minuti dopo; nessun programma regolare o commerciale fu mandato in onda fino al martedì seguente.

La televisione, per la prima volta nella storia, seguì una diretta non-stop per quattro giorni. L'assassinio del presidente Kennedy fu la più lunga ininterrotta sequenza di notizie nella storia della televisione fino alle ore 9:00 dell'11 settembre 2001, quando i network trasmisero in diretta per 72 ore consecutive in seguito all'attacco terroristico al World Trade Center di New York e al Pentagono di Washington. Lo stesso giorno alcune testate giornalistiche uscirono in edizione straordinaria per dare la notizia. Uno fra tanti il The Goshen News datato 22 novembre 1963 con il titolo "JFK IS DEAD!!" pubblicando quanto ancora poco si sapeva.

Il rientro a Washington

Lyndon B. Johnson presta giuramento nell'ufficio dell'aereo presidenziale. Accanto Jacqueline con gli abiti macchiati di sangue.

Una volta che il corpo del presidente Kennedy fu sull'aereo, Lyndon Johnson, con a fianco Jacqueline, alle 14:38, giurò fedeltà alla costituzione nelle mani del giudice Sarah T. Hughes e divenne il 36º presidente degli Stati Uniti d'America.

Intorno alle 18:00 l'aereo dell'Air Force One atterrò alla base aerea Andrews, vicino a Washington, dove la bara fu caricata su un'ambulanza militare e portata all'ospedale navale di Bethesda per l'autopsia e le preparazioni funebri. Quando Jacqueline salì a bordo, il suo tailleur rosa e le gambe erano ancora macchiati dal sangue di suo marito. Per tutto il pomeriggio e fino al mattino del giorno successivo si rifiutò di lasciare il corpo di suo marito se non per il giuramento di Johnson. Altresì rifiutò di cambiarsi d'abito, dichiarando: «Devono vedere cos'hanno fatto».[senza fonte]

Le indagini

La commissione Warren e l'arresto di Oswald

Lo stesso argomento in dettaglio: Commissione Warren e Lee Harvey Oswald.
File:GeraldHill-B.jpg
Lee Harvey Oswald al momento dell'arresto.

Responsabile dell'assassinio venne ritenuto Lee Harvey Oswald, un impiegato della Texas School Book Depository in Dealey Plaza. Subito fu catturato per l'assassinio di un poliziotto e in seguito imputato anche dell'assassinio del presidente Kennedy ma lui non confessò mai e sostenne di essere un capro espiatorio[25].

Foto segnaletica di Lee Harvey Oswald (Dallas, 23 novembre 1963).

Oswald fu interrogato dalla polizia per circa 18 ore. Oswald non arrivò mai a un regolare processo perché venne ucciso a sua volta due giorni dopo l'arresto dal gestore di un night club, Jack Ruby il quale, subito arrestato e interrogato dalla polizia di Dallas, sul motivo del suo gesto, disse: «Non volevo essere un eroe, l'ho fatto per Jacqueline»[26] e «Volevo risparmiare alla moglie del presidente il processo dell'uomo accusato di aver ucciso il marito».

Entrato in carica da vice a Presidente, Lyndon B. Johnson affidò subito il lavoro investigativo al presidente della Corte Suprema Earl Warren. Venne poi costituita la commissione Warren, che aveva come compito di mettere insieme tutto il materiale (i movimenti di Oswald, testimonianze, indizi, filmati) e produrre una valutazione tecnico-giuridica sull'accaduto; la commissione volle mantenere pubbliche le indagini in corso e i relativi riscontri. Dal canto suo l'FBI procedette parallelamente con le indagini.

Le indagini dell'FBI fornirono all'organo oltre 25.000 interviste, 2.300 rapporti, 553 interrogatori, e nel settembre 1964 la Commissione per investigare sull'assassinio del Presidente presentò il suo rapporto finale: «Lee Harvey Oswald ha ucciso da solo il Presidente; Jack Ruby ha ucciso da solo Lee Oswald».

Foto del V e VI piano della Texas School Book Depository.

Secondo la commissione, Lee H. Oswald psicolabile, mentalmente disturbato, frustrato, fortemente filo-castrista e violento, decise di diventare famoso uccidendo il presidente Kennedy. Quando la limousine terminò la curva, dal sesto piano della Texas School Book in Dealey Plaza, sparò un primo colpo di fucile.[27] Alcuni si voltarono per cercare di capire cosa stesse succedendo e il Presidente Kennedy smise di salutare. Circa due secondi dopo fu esploso un secondo colpo: il proiettile colpì Kennedy alla schiena, uscì dalla gola, entrò nella schiena di Connally, gli perforò il torace, trapassò il polso destro, fratturando il radio e proseguì sino a fermarsi nella coscia sinistra del governatore. Un terzo colpo sempre esploso alle spalle del corteo, colpì il presidente alla testa causando la ferita mortale. Ciò comporta che Oswald avrebbe sparato 3 colpi dalla finestra e con due proiettili sarebbe riuscito a uccidere il Presidente e a ferire Connally. Dal rapporto emerge che il proiettile quasi intero rinvenuto sulla barella del governatore Connally e due frammenti piuttosto grandi rinvenuti nella limousine presidenziale erano stati sparati dal fucile Mannlicher Carcano trovato al sesto piano del deposito dei libri, escludendo così l'uso di qualsiasi altra arma.[senza fonte]

La teoria della "pallottola magica"

Le conclusione della commissione Warren affermò una tesi, passata alla storia come quella "della pallottola magica", riferendosi a quel proiettile che causò sette ferite complessive a Kennedy e Connally, rimanendo sostanzialmente integro.

La traiettoria della "pallottola magica" secondo la ricostruzione ufficiale.

Il 30 settembre 1976 la Camera dei Rappresentanti, visti i fiumi di critiche nate dalla pubblicazione del rapporto della commissione, decise di creare un secondo organo che riesaminasse tutto il materiale probatorio sul caso Kennedy. Nello stesso anno venne creata la HSCA House Select Committee on Assassinations, presieduta da un senatore dell'Ohio, Louis Stokes e coordinata da G. Robert Blakey, avvocato. Per l'HSCA il delitto fu il risultato di una probabile cospirazione anche se non fu possibile determinarne la natura né identificare i partecipanti (oltre a Oswald).

Ricostruzione balistica dell'omicidio di Kennedy.

La teoria si basava su rapporti incrociati dei reperti balistici (pallottole trovate o perdute), di quelli visivi (ad esempio il filmato di Abraham Zapruder che registrò una sequenza di 26 secondi, su una pellicola da 8 millimetri, priva di audio) e di quelli sonori (registrazioni delle varie trasmissioni dei poliziotti che avevano la radio aperta al momento degli spari). Il rapporto HSCA confermò la ricostruzione della Warren Commission, ma individuò con una probabilità del 96% un quarto sparo, da parte di un secondo tiratore, presumibilmente appostato su di una collinetta erbosa (Grassy Knoll) situata sul lato destro di Elm street.

La ricostruzione secondo la commissione Warren

Oswald si sarebbe appartato al sesto piano in mezzo ad alcuni scatoloni spostati di recente davanti alla finestra dalla quale partirono gli spari, secondo la balistica, e montò il fucile, il Carcano Mod. 91 che aveva acquistato per corrispondenza grazie alle leggi texane sulle armi da fuoco, e utilizzando un nome falso e una casella di fermoposta. Sugli scatoloni vi erano solo le sue impronte digitali. Mentre il corteo del Presidente stava attraversando la città dall'aeroporto di Dallas, per recarsi al Trade Mart, un centro di uffici in periferia in cui Kennedy era atteso per un discorso e un banchetto, alle 12:30 in Dealey Plaza, si sentirono degli spari[28] registrati dalla Centrale di Polizia di Dallas. Dalle fotografie si vede un primo colpo a vuoto che fece voltare le persone a guardare indietro e ferì leggermente un passante al volto, un secondo colpo che ferì Kennedy alle spalle facendogli portare le mani alla gola e John Connally sofferente e ferito. Il proiettile, entrato nella schiena di Kennedy e uscito dalla trachea, successivamente colpì Connally, in posizione non allineata col presidente, mentre la limousine svoltava ed entrambi guardavano a destra. La pallottola, intatta per aver attraversato solo tessuti molli nel corpo di Kennedy, gli incrinò una costola, gli ruppe il radio, e persa potenza, si fermò nella coscia (successivamente cadde nella barella, danneggiata in parte dall'impatto con le ossa del governatore, ma intera). Dopo cinque secondi, mentre la macchina stava per accelerare un terzo colpo, mortale, colpì Kennedy alla testa, facendo volare via una parte della calotta cranica. È dibattuto se sia stato sparato oppure no un quarto colpo.[29]

Kennedy venne colpito a morte, mentre il governatore del Texas Connally non era in pericolo di vita, perché il suo sedile era più basso e perché si era buttato giù di fianco al riparo sulle ginocchia della moglie Nellie, mentre Kennedy non poté a causa del busto ortopedico che portava. Dalle oltre 700 fotografie scattate in Dealey Plaza e fatte pervenire successivamente alla polizia, in alcune si vede che le persone in un primo momento si buttarono a terra e in un secondo momento corsero in massa verso la Grassy Knoll, una collinetta erbosa presente nella piazza, per vedere chi avesse sparato. Mentre la limousine si avviava all'ospedale con Kennedy in fin di vita, alcuni poliziotti perlustrarono il deposito di libri. Gli impiegati del quinto piano affermarono di aver sentito tre colpi al piano di sopra. Qualcuno vide fuggire un giovane uomo alto e pallido, simile a Oswald.

Dopo la sparatoria, Oswald si fermò a prendere una bibita per non dare nell'occhio e abbandonò il luogo di lavoro senza chiedere un permesso, dopo essere stato brevemente trattenuto dalla polizia ma identificato subito dal proprio datore di lavoro. Al sesto piano la polizia rinvenne un fucile dove successivamente furono identificate le sue impronte; secondo la versione ufficiale dei fatti egli, uscito in tutta fretta in maglietta nonostante il clima di novembre, si recò alla pensione dove alloggiava durante la settimana e, presa la sua pistola, incominciò a girovagare per la città senza meta, mentre la polizia setacciava le strade di Dallas alla ricerca dell'attentatore. Poco dopo un poliziotto fermò un uomo che corrispondeva al sospettato ma questi lo uccise con alcuni colpi di pistola. Notato camminare nei pressi di un cinema in atteggiamento sospetto, Oswald vi entrò senza pagare il biglietto e la cassiera chiamò la polizia. Per questo motivo, arrivarono 26 poliziotti, che lo consideravano l'assassino del collega, e Oswald dopo una breve colluttazione fu arrestato e portato alla centrale di polizia. Mentre veniva riconosciuto da alcuni testimoni come l'assassino del poliziotto J. D. Tippit (avvenuto in mattinata),[senza fonte] si venne a sapere del suo impiego al deposito sito nella piazza in cui era avvenuto l'omicidio del presidente. Il fucile trovato nell'edificio, vicino alla finestra, risultò essere il suo, in tasca gli trovarono la pistola carica, con la quale la polizia ritenne potesse avere ucciso l'agente di polizia Tippit: i proiettili erano gli stessi. Venne sottoposto al test dei nitrati, positivo per la mano, ma non per la guancia, fatto che non si verifica comunque sempre: la sua mano aveva certamente sparato.

Oswald negò tutto, venne ripetutamente fotografato mentre sorrideva alla folla e faceva il saluto a pugno alzato, e, avvicinato da un giornalista durante un'improvvisata conferenza stampa nella quale aveva richiesto assistenza legale[30], sostenne di essere un capro espiatorio[31] ma non ebbe il tempo di dimostrarlo in un regolare processo: domenica 24 novembre, mentre veniva trasferito dalla Centrale della polizia di Dallas alla prigione della contea, venne ucciso da Jack Ruby, un gestore di un night club apparentemente affetto da turbe psichiche ma presumibilmente collegato a potenti mafiosi e indagato per cospirazione dalla commissione Warren presieduta da Earl Warren.

Le indagini della HSCA

Lo stesso argomento in dettaglio: United States House Select Committee on Assassinations.

La House Select Committee on Assassinations, costituita negli anni settanta, ammise - nel proprio rapporto finale - la possibilità dell'esistenza di un complotto per assassinare il presidente Kennedy.

In particolare la HSCA concordò con la teoria della pallottola magica, ma non sui tempi esatti degli eventi, in quanto dalla registrazione sonora che ci fu, si sentono i primi 2 colpi sparati in rapida successione, a distanza di due secondi uno dall'altro, poi passano circa 5 secondi e quindi si sente un terzo colpo seguito immediatamente da un quarto colpo, dopo un tempo di circa 1,5 secondi uno dall'altro, ma quest'ultimo fu interpretato come un'eco.[32] il terzo sparo avrebbe colpito mortalmente Kennedy alla testa, tra 4,8 e 5,6 secondi dopo. Venne ritenuto probabile che tutti i danni provocati all'interno della limousine presidenziale, due sul parabrezza, uno sullo specchietto retrovisore e uno nell'imbottitura fossero dovuti alle schegge di due proiettili, ma non si poté stabilire quali dei tre.

La HSCA concluse che i proiettili sparati dovevano essere stati probabilmente quattro. Un proiettile, non si sa quale, finì lontano colpendo di striscio un marciapiede, la cui scheggia ferì la guancia di un passante, James Teague, secondo la documentazione fotografica pubblicata dalla commissione Warren.

In particolare, secondo la HSCA:

  • Lee Harvey Oswald sparò tre colpi al presidente John F. Kennedy. Il secondo ed il terzo colpirono il Presidente, il terzo lo uccise.
  • Rilevamenti acustici fatti dalla scientifica stabilirono con alta probabilità che furono due uomini a sparare. Altre prove scientifiche non preclusero questo possibilità.
  • In base alle prove disponibili, il Presidente JFK fu probabilmente assassinato a seguito di una cospirazione; fu impossibile individuare i membri appartenenti a questa cospirazione.

Conclusioni

Le conclusioni delle due inchieste ufficiali, quella della Commissione Warren e quella dell'United States House Select Committee on Assassinations, furono simili: Oswald aveva ucciso Kennedy (per compiere un gesto importante e "rivoluzionario" che lo avrebbe reso famoso e avrebbe riscattato la sua vita) e poi era stato ucciso a sua volta da Ruby, che intendeva vendicare Kennedy sull'onda dell'emozione, e che era riuscito a sparare a causa dell'insufficiente sorveglianza nella stazione di polizia di Dallas.

L'HSCA ammise nel proprio rapporto che il Presidente Kennedy era stato sì ucciso da Oswald, ma quale atto conclusivo di una cospirazione, a differenza di quanto indicato dalla Commissione Warren, secondo la quale Oswald era l'unico colpevole.

Le reazioni

Numerose e diverse furono le reazioni all'assassinio del 35º Presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy. Subito dopo la sparatoria, prima che la morte fosse annunciata, ci fu solo una gran confusione. Essendo periodo di guerra fredda, inizialmente fu poco chiaro se la sparatoria facesse parte di un più grande attacco contro gli U.S.A. e se il vice presidente Johnson, che procedeva due vetture più indietro, fosse al sicuro.

Negli USA

Le notizie scossero la nazione: uomini e donne piangevano apertamente; le persone si riunivano nei grandi magazzini per guardare la TV, che ininterrottamente seguiva gli eventi. Il traffico si bloccava e le notizie passavano di auto in auto. Le scuole degli U.S.A. e del Canada furono chiuse.

La rabbia contro il Texas e i texani fu segnalata in alcuni individui: diversi fan dei Cleveland Browns, ad esempio, che la domenica successiva giocarono contro i Dallas Cowboys, denigrarono la città di Dallas scrivendo: "Hanno ucciso il Presidente".

Nel mondo

La maggior parte dei capi di Stato espressero la loro indignazione e cordoglio, alcuni alla radio, altri alla televisione, pronunciando messaggi di cordoglio e shock per l'assassinio. I governi di molti Paesi ordinarono le bandiere a mezz'asta e giorni di lutto. Molti si chiesero se il nuovo presidente Johnson avrebbe continuato la politica di Kennedy oppure no. Alle radio e alle televisioni di molti paesi del mondo, dopo aver interrotto le trasmissioni, furono messe in onda solo musiche funebri, notiziari riguardanti l'assassinio del presidente, interviste o video riguardanti eventuali visite di Kennedy in quel Paese.

Alle ambasciate americane e ai consolati di tutto il mondo i centralini furono sommersi di chiamate e il personale, scosso, spesso non rispose neppure. Furono aperti registri per le condoglianze; la morte del Presidente stemperò la guerra fredda ed entrambe le parti espressero dolore e cordoglio.

Testimonianze e prove

A tutt'oggi le certezze dell'assassinio di Kennedy si reggono su diverse testimonianze:

  • la raccolta di testimonianze contenuta nella relazione Warren[2]
  • le fotografie che accompagnano la relazione Warren
  • la registrazione dei colpi sparati[33]
  • la registrazione filmica dell'assassinio fatta da Abraham Zapruder[34]
  • le testimonianze sulla provenienza dal deposito di libri dei colpi.
  • le impronte di Oswald rinvenute sul fucile e nella postazione di tiro e le testimonianze della moglie sullo strano comportamento del marito (in particolare la confessione fattale da Oswald stesso riguardo all'attentato al generale Walker).
  • la pistola di Oswald che sparò a Tippit.
  • alcuni scritti di Oswald e dichiarazioni fatte a suoi conoscenti che manifestavano avversione per Kennedy, dopo il tentativo di rovesciare Castro.
  • in un filmato si vedrebbe un'ombra alla finestra del deposito: molti obiettano che non si tratta di una prova ma a un'analisi computerizzata la sagoma assomiglia molto a quella di Oswald.[35]

Molti documenti governativi sono stati pubblicati in seguito al Freedom of Information Act. Inoltre, sotto la presidenza di Bill Clinton, alla fine del 1998, grazie all'Assassination Record Review Board (ARRB), è stato messo a disposizione del pubblico una parte del materiale che le istituzioni posseggono relativamente all'attentato di Dallas, circa 60.000 documenti. Il resto dei documenti (2800 file) venne divulgato solo nel 2017, a norma della legge "JFK Records Act" (1992) firmata da George H.W. Bush e dopo la firma dell'ordine di desecretazione da parte di Donald Trump, 25 anni dopo. Alcuni documenti, circa 300, sono tuttavia rimasti secretati almeno fino al 26 aprile 2018, su richiesta di CIA e FBI, poiché coinvolgenti la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.[36]

Teorie del complotto e ipotesi sull'omicidio

Secondo diversi sostenitori delle teorie del complotto, il presidente Kennedy sarebbe stato ucciso per diverse e mai chiarite motivazioni; nel corso degli anni si sono succedute varie argomentazioni e ipotesi, fino ad ammettere un presunto coinvolgimento di J. Edgar Hoover e l'FBI, Fidel Castro, il KGB, la Mafia, gli anticastristi, i petrolieri, la lobby delle armi.[senza fonte]

Aspetti controversi

Veduta panoramica di Elm Street.

Concordanze tra i testimoni indicano l'inizio degli spari poco dopo che da Houston Street la limousine ebbe svoltato su Elm Street. Il presidente sarebbe stato colpito una prima volta alla gola e dopo pochi istanti una seconda volta al capo. Anche il governatore Connally fu colpito e curato al Parkland Hospital per ferite alla schiena, al petto, al polso e alla coscia sinistra. Sebbene ci siano controversie su quando egli sia stato ferito, esperti forensi della Commissione Warren e della H.S.C.A. credono che le sue prime reazioni siano state simultanee a quella del Presidente e che i due uomini sarebbero stati colpiti con una singola pallottola (quella che procurò le prime ferite a Kennedy).

I medici militari di Washington responsabili dell'autopsia sul presidente si sono pronunciati ritenendo che le ferite fossero causate da due proiettili in base alle seguenti motivazioni:

  • Commission Exhibit n. 385[37], che mostra uno schema fatto al Bethesda Naval Hospital, il 22 novembre 1963, dalle ore 18 del 23 novembre alle ore 4:23 successive dal Comdr. James J. Humes, del Presidente Kennedy, che evidenzia l'entrata e l'uscita del proiettile nell'area del collo[38], quando la Commissione Warren non era stata ancora istituita.
  • Commission Exhibit n. 386[39], che mostra l'aspetto posteriore del foro nell'area del collo e anche il risultato del colpo alla testa.
  • Commission Exhibit n. 387[40], cartella clinica dell'autopsia del Presidente Kennedy, fatta alla Naval Medical School, Bethesda, Md. il 22 novembre 1963 dalle ore 18 alle ore 4:23 del giorno successivo.
  • Commission Exhibit n. 388[41], disegno schematico dalla descrizione fatta dal Comdr. James J. Humes che mostra lo stato del cranio del presidente Kennedy visto da sopra.
  • Commission Exhibit n. 389[42], fotogramma dal filmato di Abraham Zapruder poco prima del momento in cui il presente Kennedy viene colpito alla testa.
  • Commission Exhibit n. 390[43], fotogramma dal filmato di Abraham Zapruder nel momento in cui il presente Kennedy viene colpito alla testa.
  • Commission Exhibit n. 391[44], rapporto supplementare dell'autopsia No. A63-272, del presidente John F. Kennedy, alla Naval Medical School, che fornisce una descrizione macroscopica di quel che rimane del cervello.

Secondo i teorici della cospirazione, l'unica postazione dalla quale si sarebbe potuto avere la visuale per uno sparo il cui proiettile potesse effettuare una traiettoria compatibile con le ferite di Kennedy è la staccionata nei pressi della collinetta erbosa, ma la foto Polaroid scattata da Mary Moorman non inquadra nessun tiratore in quel luogo: si tratta solamente di macchie di fogliame.
[senza fonte] Malgrado ciò, le fotografie successive, mostrano molte persone correre verso la collinetta, dalla quale, interrogate successivamente, diranno di aver sentito esplodere i colpi. A ogni modo, non sono mai stati trovati, né nel corpo del Presidente, né in quello del governatore, né sull'automobile né in qualunque altro punto della Dealey Plaza prove che rimandassero a un'altra arma da fuoco o a proiettili differenti rispetto a quelli sparati dal fucile Carcano.

Vista su Dealey Plaza.

Decine di testimoni hanno dichiarato di aver sentito uno sparo e di aver visto del fumo nella zona della collinetta posta quasi di fronte a Kennedy e non dal deposito di libri dietro di lui. L'importanza della presenza di fumo è discutibile, in quanto nessun fucile moderno emette molto fumo al momento dello sparo. Emerge inoltre, da alcune testimonianze, la presenza di un individuo sulla collinetta che mostrava tessere del servizio segreto per allontanare le persone dalle vicinanze: queste testimonianze tuttavia parrebbero inattendibili, in quanto acclarate esclusivamente dalla testimone Jean Hill che inizialmente, intervistata da una TV di Dallas, dichiarò di non aver visto o udito nulla oltre gli spari, ma in seguito cambiò più volte la propria versione dei fatti. Tra l'altro la signora Hill non corse sulla collinetta, come da lei affermato, ma rimase a lungo dalla parte opposta della strada, come dimostrano fotografie e filmati. Il servizio segreto ha smentito la presenza di suoi agenti nella Dealey Plaza quel giorno, mentre erano presenti agenti dell'FBI, essendo un servizio di vigilanza interna.

In un'intervista con l'agente di scorta del presidente Kennedy, Clint Hill, al tempo trentaduenne[45][46], si fa in parte chiarezza su alcuni punti nebulosi circa la dinamica dell'omicidio.

Secondo un agente dei servizi segreti, che si trovava in piedi sul predellino dell'automobile immediatamente posteriore alla "Lincoln" presidenziale e che montò sulla parte posteriore dell'auto per proteggere la first lady dagli spari, intervistato avrebbe fatto numerose dichiarazioni:

  • Gli spari non furono in numero maggiore ai tre che la versione ufficiale attribuisce a Oswald (di cui due con centro perfetto) esplosi in soli sei secondi. Il tutto tenuto conto che Oswald era ritenuto un tiratore mediocre e impugnante un'arma con un mirino telescopico non di serie, ma applicato in modo posticcio. Nell'intervista, l'agente afferma che prove balistiche condotte da tiratori scelti dell'esercito concordano con i sei secondi utili a esplodere i tre colpi e che con quel mirino telescopico - seppur non calibrato alla precisione - dalla distanza da cui sparò Oswald non fu difficile centrare il bersaglio. Nessun elemento, invece, per contraddire la versione di molti testimoni oculari di quella tragica mattinata, che affermarono di aver udito più spari e almeno uno dei quali in arrivo anteriormente all'automobile presidenziale (Oswald sparò alle spalle del corteo presidenziale), il che concorderebbe col fatto che Kennedy reclinò il capo posteriormente dopo l'ultimo colpo. Sicuramente, comunque, il terzo colpo fu effettivamente esploso da Oswald perché Hill non riuscì col proprio corpo a far da scudo a Kennedy, in quanto l'automobile presidenziale su cui s'apprestava a salire, accelerò improvvisamente, il che lo costrinse a una rincorsa a piedi.
  • La cosiddetta Magic Bullet, ovvero il secondo colpo che centrò la cervicale di Kennedy per uscire dalla sua gola e proseguire verso l'addome e il polso del governatore del Texas, John Connally. L'agente ricorda che Connally sedeva esattamente davanti a Kennedy, ma non esattamente in asse rispetto al presidente, bensì spostato di lato. Premesso che il primo colpo di Oswald centrò la carrozzeria dell'automobile e il terzo fece letteralmente esplodere il cranio del presidente, la perizia balistica non dovrebbe aver difficoltà a evidenziare la traiettoria della pallottola del secondo colpo.
  • I filmati dell'epoca mostrano la testa del presidente che si reclina violentemente all'indietro in quello che, per l'autopsia, sarebbe stato uno spasmo muscolare di dolore. Secondo i complottisti sarebbe difficile non pensare a uno sparo esploso anteriormente. Un colpo piazzato sul bersaglio dal davanti identifica la posizione ideale per chi volesse colpire, il fantomatico "secondo tiratore". Tanto più che - subito dopo le esplosioni - dalla staccionata posta di fronte alla limousine presidenziale si vide salire una nuvola di fumo e che la perizia medico - legale non accerta univocamente la modalità d'entrata e d'uscita della pallottola nella testa di Kennedy. Viceversa, Hill afferma che appena udito il terzo colpo, vide Kennedy protrarsi improvvisamente in avanti (in accordo col fatto che il colpo fu esploso da Oswald, posizionato alle spalle del corteo presidenziale) e poi rimbalzare all'indietro quando la limousine su cui egli cercava di salire accelerò improvvisamente, cosa che combacia perfettamente con la legge della fisica relativa alla variazione del moto uniformemente accelerato (dovuta all'improvvisa accelerazione della limousine per tentare di schivare i colpi) combinata alla legge di anatomia e fisiologia umane relative al rilassamento muscolare nucale (in seguito alla perdita di coscienza e - quindi - di tono muscolare) del presidente. Senza contare che dalla postazione del presunto secondo attentatore non furono trovati bossoli e tanto meno armi abbandonate.
  • Anche i presunti deficit di sicurezza imputati alla CIA e all'FBI vengono smontati dall'agente. Prima della fatidica mattinata erano apparsi a Dallas volantini in cui Kennedy era dipinto come un traditore e gli enti di sicurezza erano in allerta per via di informazioni circa la volontà di estremisti del Ku Klux Klan di eliminare fisicamente il presidente. Quindi anche Kennedy era al corrente che circolavano informative circa possibili atti ostili contro la sua persona e il corteo presidenziale. Ma l'agente, che seguiva il presidente passo a passo, l'ha udito chiaramente richiedere una limousine scoperta nel caso il tempo atmosferico fosse volto al bello (la mattinata era uggiosa). Nessuno si poté opporre alla volontà del presidente di "...stare a diretto contatto con la gente..." e alla sua richiesta di smontare la capote antiproiettile dell'automobile. Non corrispondono, poi, al vero le notizie circa la scarsa e scadente sorveglianza lungo il percorso ove si snodava il corteo: fu Kennedy a imporre quel particolare tragitto, seppur a conoscenza del fatto che in una curva di 120° l'automobile su cui viaggiava avrebbe dovuto necessariamente rallentare la velocità. Tutti gli addetti alla sicurezza rispettarono scrupolosamente le procedure di sicurezza, a cominciare dall'autista che ha accelerato e si è divincolato dal corteo presidenziale appena è stato esploso il primo colpo. Lo stesso protagonista ha dovuto faticare parecchio per riportare la First Lady dentro l'abitacolo dell'automobile "...essendo ella montata sul cofano nel tentativo di recuperare parte della materia cerebrale del marito...". Falsa è pure la notizia secondo la quale l'edificio da cui provennero gli spari non venne ispezionato per oltre mezz'ora, tant'è che un agente di polizia irruppe nell'edificio incriminato e bloccò Oswald, ma lo rilasciò appena il direttore dell'ufficio riconobbe come proprio dipendente il sospettato. Inverosimile è pure la voce circa un fantomatico black out delle linee telefoniche tra Dallas e Washington.
  • Infine, la figura di Oswald, disadattato e mentalmente instabile ex - marine, divenuto comunista e castrista dopo un triennio di vita nell'Unione Sovietica, era ben noto ai vertici della CIA e dell'FBI (e al suo potentissimo direttore, John Edgar Hoover), ma nessuno poteva prevedere che sarebbe giunto ad assassinare Kennedy. Il fucile con cui compì l'omicidio lo comprò per posta per 10 dollari come "residuato bellico" (era un fucile non automatico) utilizzando false generalità. Gli interrogatori di Oswald appena arrestato non erano stati verbalizzati unicamente perché era previsto un suo trasferimento in un carcere di massima sicurezza da lì a poco. Infine l'uccisione di Oswald da parte di Jack Ruby, prestanome per conto di cosa nostra statunitense ma anche informatore della CIA e dell'FBI: neppure essa ha alcunché di misterioso, nel senso che non serviva a celare dei misteri, come il rendere impossibile una confessione di Oswald su eventuali mandanti dell'omicidio. Oswald era stato arrestato due giorni prima che Ruby gli sparasse e, quindi, poteva aver avuto tutto il tempo di rendere pubblica confessione. Ruby fu condannato all'ergastolo per aver ucciso Oswald, rischiando anche la pena capitale. Peraltro Ruby era un convinto sostenitore di Kennedy e della sua politica d'integrazione razziale, essendo egli un profugo ebreo polacco.

Il filmato di Zapruder

Lo stesso argomento in dettaglio: Abraham Zapruder.

Abraham Zapruder, un sarto che si trovava sul posto al momento dell'attentato, girò un filmato in 8 mm della scena. Il procuratore distrettuale Jim Garrison lo volle utilizzare per perseguire Clay Shaw, uomo d'affari di New Orleans accusato da Garrison di aver tramato per attentare alla vita di JFK ma giudicato estraneo alla vicenda al termine di un celebre processo. Zapruder affermò di aver sentito due o tre colpi; successivamente, nella sua testimonianza davanti alla Commissione Warren, ribadì di non essere in grado di stabilire la fonte degli spari.[senza fonte]

Tra il novembre del 1963 e il gennaio del 1964 l'FBI esaminò, per conto proprio prima e insieme con la commissione Warren poi, una copia del filmato. Si stabilì che la cinepresa impressionava 18,3 fotogrammi al secondo, la sparatoria incominciò circa al fotogramma 170[47], momento in cui Kennedy colpito si portò le mani alla gola e finì al fotogramma 313, momento in cui si vedono gli effetti del colpo alla testa: secondo tali osservazioni la sparatoria avvenne in circa 8 secondi.[48] Questi tempi corrisponderebbero a quelli della sparatoria, registrati per caso dalla centrale di polizia di Dallas, per mezzo del microfono della moto dell'agente di polizia H. B. McLain.[49][50] Il documento fu usato dalla commissione Warren, per completare il quadro probatorio a carico di Lee Harvey Oswald.

Randolph Robertson, radiologo al Cookeville Regional Medical Center, in uno studio del 2013, usando tecniche computerizzate, ha sincronizzato il filmato di Zapruder con la ripresa sonora dei colpi sparati nella Dealey Plaza. In base al documento, è possibile vedere quello che succede sia a John Kennedy sia al governatore Connally, i movimenti della testa di Jacqueline Kennedy, che si volta da sinistra a destra man mano che si sentono gli spari.[51][52]

Le traiettorie dei proiettili

Il cosiddetto badgeman con il presunto lampo dello sparo.

Solitamente chi sostiene la cospirazione o la teoria del gruppo di fuoco afferma che non furono tre colpi (uno a vuoto) sparati dal deposito di libri, con il fucile di Oswald, a uccidere Kennedy e ferire Connally, ma sei-sette colpi, sparati da due o tre o addirittura quattro cecchini in circa 6 secondi; spesso le versioni sono contraddittorie. Una versione indica Charles Nicoletti[53] (o John Roselli) appostato al deposito di libri o nel vicino Dal Tex Building, con un fucile di precisione, forse con Oswald a supportarlo nel deposito con il suo Mannichler-Carcano, e James E. Files alla collinetta erbosa, dietro la staccionata con la pistola Remington XP Fireball a mirino telescopico[54], che avrebbero sparato con altri complici i seguenti colpi, pressappoco in questa sequenza: il 1°, poco udibile (forse colpo di avvertimento o segnale, sparato con una pistola, da un complice); 2° e 3° (alla schiena di Kennedy, dal deposito e alla schiena e alla spalla di Connally, sempre dal deposito, forse ferendo un passante di striscio rimbalzando sul manto stradale; Kennedy e Connally si voltano, poi si accorgono della ferita), il 4° (alla gola di Kennedy, dalla collinetta erbosa o da un edificio davanti; si vede Kennedy portarsi le mani al collo e Connally che si gira) il 5° e il 6° (al polso e poi alla coscia di Connally, dal deposito di libri, ma da un'altra finestra, e alla testa di Kennedy, colpo mortale, talvolta attribuito a Files, secondo la sua "confessione", talvolta al killer della mafia corsa Lucien Sarti; si vede la testa di Kennedy esplodere sul lato destro[55]); a volte viene aggiunto un possibile 7° colpo (solo nella versione di Files; quasi contemporaneo al 5 e al 6°, alla testa o alla nuca di Kennedy, sparato dal deposito di libri da Nicoletti; si vede Kennedy spinto in avanti per una frazione di secondo, prima che l'effetto jet e il colpo contemporaneo provochino lo spostamento indietro e l'apertura della scatola cranica), per un totale dei tre-quattro rumori di sparo udibili e che sarebbero sovrapposti.[56]. I sicari mafiosi avrebbero raccolto e fatto sparire i bossoli, lasciando solo quelli di Oswald con il suo fucile, poi sarebbero tornati subito a Chicago, mentre Oswald, ignaro che i complici lo avevano incastrato, andò a casa sua, prima di uscire nuovamente ed essere arrestato. Files affermò che Ruby era in Dealey Plaza; quindi si occupò di fare tacere Oswald, uccidendolo due giorni dopo nei sotterranei della stazione di polizia.[57][58][59][60] Nella cosiddetta foto Moorman s'intravede una sagoma umana (per alcuni complottisti Files, per altri il cosiddetto "Badge Man") e un lampo vicino al muretto nei pressi della staccionata (secondo chi non crede a queste versioni alternative si tratterebbe solo di un effetto ottico di pareidolia).[58][61]

Inoltre, studi successivi, incluso quello della United States National Academy of Sciences smentirono le conclusioni e l'accuratezza delle prove usate dalla HSCA per sostenere la teoria dei quattro spari.[62] Tutti i documenti relativi alle indagini sarebbero dovuti restare secretati per settantacinque anni (fino al 2039), ma nel corso del tempo due nuove leggi, il Freedom of Information Act del 1966 e il JFK Records Act del 1992, hanno permesso di pubblicare parte della documentazione.[senza fonte]

La pista mafiosa

Lo stesso argomento in dettaglio: Cosa nostra statunitense.
Sam Giancana

Il sicario mafioso James Files si autoaccusò nel 1994 del delitto, sostenendo la tesi di una cospirazione cui avrebbero partecipato lui, Charles Nicoletti, John Roselli, Jack Ruby e lo stesso Oswald; Files disse che avrebbe commesso materialmente il delitto con il complice Nicoletti: testimonianza invalidata perché risulta dai tabulati telefonici che Files era a Chicago il 22 novembre 1963 e non a Dallas[senza fonte]. In questa teoria del complotto Oswald a volte viene scagionato, a volte invece coinvolto come fiancheggiatore o come tiratore di supporto. Il mandante viene individuato nel boss mafioso di Chicago Sam Giancana o in Carlos Marcello e Santo Trafficante Jr., boss della mafia italo-ispanica gravitante attorno agli esuli cubani di Miami.

Un'altra versione accusa altri killer al servizio dello stesso Giancana (Roselli e Salvatore Bonanno, quest'ultimo boss avrebbe rivelato tutto nelle sue memorie). La motivazione addotta sarebbe una ritorsione contro le politiche antimafia di Robert Kennedy, il Ministro della giustizia ("Procuratore generale") nel governo del fratello John, considerate un tradimento dopo che il padre Joseph P. Kennedy si era assicurato i voti della mafia italo-americana, grazie all'amicizia dei Kennedy con il cantante Frank Sinatra e il boss. Il complotto avrebbe avuto anche l'appoggio della CIA, il cui ex-direttore Allen Dulles, ancora potente, avrebbe avuto rancore, per essere stato silurato da Kennedy, dopo il fallimento dell'invasione di Cuba.[63] Oswald sarebbe stato coinvolto in quanto squilibrato e fanatico castrista, per essere usato come capro espiatorio e messo subito a tacere da Ruby. Questa teoria, come detto, è screditata dalla mancanza di credibilità dello stesso Files, accertata dall'FBI. L'ex mafioso avrebbe raccontato una storia inventata per avere uno sconto di pena, essendo stato condannato a 30 anni per vari reati, compresa la sua collusione con la criminalità organizzata e il tentato omicidio di un agente federale.

Jim Garrison e il processo a Clay Shaw

Lo stesso argomento in dettaglio: Clay Shaw e Jim Garrison.

Anche l'allora Procuratore distrettuale di New Orleans, Jim Garrison, rivolse la sua attenzione a Johnson e agli ambienti governativi. Le conclusioni della commissione investigativa federale, istituita dal presidente Johnson, contenute nella Warren Commission Report, sono state lungamente e fortemente contestate da Garrison, durante un processo che incriminava l'imprenditore Clay Shaw, membro di una S.p.A. denominata Permindex (una società fondata a Roma nel 1958, secondo alcuni collegata alla CIA e, in Europa, a uomini della loggia massonica P2[64]), per l'omicidio del presidente Kennedy. Secondo Garrison, il complotto sarebbe nato da un circolo di omosessuali anticomunisti che Shaw, sotto lo pseudonimo di Clay Bertrand, avrebbe organizzato. Il nome del misterioso Bertrand ricorre in alcuni documenti della commissione Warren, avendo inoltre contattato telefonicamente Dean Andrews, avvocato di New Orleans, perché assumesse la difesa di Oswald (in seguito Andrews sostenne che Bertrand non era Shaw ma Eugene Davis). Shaw avrebbe avuto poi l'incarico di fare da collegamento, assieme all'ex agente FBI Guy Banister, detective privato ultraconservatore, in quanto agenti della CIA di livello elevato, tra ambienti militari e dell'FBI deviati, e l'organizzazione a livello locale in cui avrebbe coinvolto diversi frequentatori della sua cerchia; tra essi, David Ferrie (suo amico e anticastrista, nonché ex superiore di Oswald nei Marines, cacciato per omosessualità con una recluta; in seguito morto per aneurisma cerebrale, o suicida), Jack Ruby (secondo Garrison anche lui segretamente gay e collegamento con la mafia) e lo stesso Oswald, che per Garrison era un agente dei servizi segreti militari di basso livello. Elementi militari di Washington avrebbero quindi fornito la manovalanza, tra sicari, agenti CIA e paramilitari cubani anticastristi.[65]

Nei decenni che hanno seguito la tragedia sono state fatte molte ipotesi sull'omicidio di Kennedy: a causa della pressione di vari movimenti americani, il presidente Gerald Ford istituì la Commissione scelta della Camera dei deputati sui casi di assassinio (United States House Select Committee on Assassinations o HSCA),[66] che reinterpretò i dati raccolti in chiave cospirativa, a causa di varie incongruenze del Rapporto Warren come la presunta impossibilità per Oswald di sparare tre colpi in otto secondi, con un fucile definito "da quattro soldi", o di colpire con un solo proiettile sia Kennedy sia Connally. Garrison cita anche alcune incogruenze che però non risultano dal rapporto Warren ma solo in altre ricostruzioni: il rinvenimento del fucile Carcano senza alcuna impronta e il rilevamento dell'impronta di Oswald sul fucile dopo quattro giorni, lo studio delle traiettorie dei colpi delle ferite di Kennedy e Connally comprese fra 15° e 25°, che non sono compatibili con gli angoli d'incidenza dei colpi dal 6º piano che è compreso fra 55° e 65°, l'impossibilità per Oswald di essere al 6º piano alle ore 12:30 essendo stato visto dal poliziotto Baker al 2º piano alle ore 12:32, la cosiddetta "pallottola magica" (secondo Garrison e altri complottisti la traiettoria era impossibile e il proiettile si sarebbe schiacciato incrociando le ossa del solo polso di Connally, come verificato in alcuni test forensi) il confronto dei bossoli trovati sull'auto di Tippit, che sarebbero (secondo Garrison) completamente diversi da quelli del revolver di Oswald.[65]

La collinetta erbosa (in inglese "Grassy Knoll") in Dealey Plaza a Dallas da dove secondo i cospirazionisti sarebbe partito il colpo finale che uccise Kennedy.

Garrison sosteneva la presenza di tre coppie di cecchini paramilitari in Dealey Plaza (una nel deposito, una sulla collinetta erbosa da cui secondo lui sarebbe partito il colpo fatale, un'altra in un palazzo vicino), più diversi basisti e un telefonista, per un totale di 12 uomini (molti negli anni, seguendo questa ricostruzione, si sono autoaccusati o hanno accusato altri di essere uno dei cecchini ma nessuno ha mai fornito prove per queste affermazioni). Ha inoltre sostenuto che Oswald sarebbe stato coinvolto solo per essere usato come capro espiatorio mediante un'abile montatura (secondo Garrison i giornali australiani avevano già ricevuto la biografia di Oswald, indicato come killer, prima che questi fosse incriminato a Dallas), e quindi silenziato da Ruby; lesse inoltre come omicidi mascherati le morti sospette di alcuni testimoni tra cui quella dello stesso Ruby, deceduto di cancro in prigione, e quella di Ferrie.[65]

Il procuratore Garrison rinviò a giudizio Shaw per il reato di cospirazione e omicidio, accusandolo di aver voluto eliminare Kennedy per conto della CIA che lo aveva da tempo reclutato e degli anticastristi delusi che frequentava abitualmente. Garrison sapeva che Shaw rischiava principalmente l'accusa di cospirazione, e la condanna a 10 anni, per cui cercò di accordarsi con lui (e anche con Ferrie prima della sua morte): se si fosse dichiarato colpevole e avesse collaborato la pena sarebbe stata notevolmente ridotta, ma solo se avesse testimoniato contro uno dei presunti sicari, l'unico che Garrison sarebbe riuscito a identificare pur non avendo prove, un certo Manuel García Gonzalez, esule cubano anticomunista residente a Miami.[67]; Shaw rifiutò e si dichiarò innocente.

Durante il processo, che ebbe luogo nel gennaio-febbraio 1969, Garrison chiamò l'assicuratore Perry Russo[68] come testimone principale. Russo testimoniò di aver partecipato a un party a casa dell'attivista anticastrista David Ferrie, cui parteciparono, tra gli altri, anche Lee Harvey Oswald - che la Commissione Warren indicò come l'esecutore e unico responsabile dell'omicidio - e quel Clay Bertrand, personaggio noto nella comunità gay, che Russo, in aula, riconobbe nell'imputato Clay Shaw. Russo riferì che in quell'occasione, i partecipanti al party discussero dell'idea di assassinare Kennedy.[69]

Tuttavia, nelle carte relative al primo colloquio con Russo, sostenuto dal sostituto procuratore Andrew Sciambra, non si faceva alcun riferimento al suddetto party, e veniva inoltre riportato che Russo aveva incontrato Bertrand/Shaw in due occasioni, e nessuna delle due ebbe luogo a un party. La grave omissione di Sciambra nel riportare l'episodio del party venne abilmente sfruttata dagli avvocati di Shaw, che sollevarono la questione di attendibilità circa la testimonianza di Russo[70].

Un altro testimone, Charles Spiesel, indebolì ulteriormente la tesi accusatoria. Fu costretto ad ammettere di aver intentato causa nel 1964 contro uno psichiatra e la città di New York, poiché sostenne di essere stato ipnotizzato dalla polizia e da altri personaggi non meglio identificati. Riferì, inoltre, che prendeva regolarmente le impronte digitali ai suoi figli[71]. Spiesel era stato convocato per testimoniare di aver partecipato a una riunione cui sarebbe stato presente anche Clay Shaw, presentatosi come Clay Bertrand. Anche le testimonianze di persone che si prostituivano in ambito gay le quali identificarono Shaw in Bertrand, furono considerate inattendibili.

Il 21 gennaio 1969 ebbe inizio il processo e il 1º marzo dello stesso anno, dopo meno di un'ora di camera di consiglio, la giuria all'unanimità assolse Shaw per non aver commesso il fatto.[72][73][74]

Shaw tornò libero e nel 1971 decise di fare causa allo stesso Garrison, ma morì di tumore prima dell'inizio del processo. Alcuni ritennero che Shaw fu perseguitato ingiustamente; Diego Verdegiglio, autore di una monumentale opera sull'assassinio Kennedy (Ecco chi ha ucciso John Kennedy, che sostiene la colpevolezza del solo Oswald), sottolinea a suo dire la somiglianza fra il processo intentato da Garrison contro Clay Shaw ed il processo che si tenne contro Enzo Tortora in Italia: in entrambi i casi gli imputati furono accusati ingiustamente, vennero assolti, ma morirono di cancro qualche anno dopo; per molti ciò avvenne per la tendenza di Garrison a vedere complotti e a causa dei pregiudizi che il procuratore nutriva verso gli omosessuali, da lui definiti "invertiti", "anormali" e "depravati".[67][75][76]

Clay Shaw fu l'unico giudicato in vita per il delitto Kennedy (Oswald fu giudicato colpevole solo post mortem) e fu dunque scagionato, anche se Garrison continuò nelle sue tesi cospirazioniste tentando di coinvolgere il Presidente Johnson e alcuni politici texani come mandanti "morali" dell'omicidio, per favorire il cosiddetto complesso militare-industriale favorevole alla guerra del Vietnam, sostenendo la partecipazione attiva di settori della CIA e dell'FBI (che sempre secondo il procuratore avrebbe cambiato il percorso del corteo e rimosso alcune precauzioni di sicurezza), della mafia e dei paramilitari anticastristi. L'omicidio, visto il presunto doppio gioco di Oswald, doveva inoltre essere attribuito ad un ordine di Fidel Castro e ai servizi segreti cubani, in modo che gli USA potessero invadere l'isola con questo casus belli, dopo aver rimosso Kennedy che si era opposto ad altre operazioni dopo il fallito sbarco alla Baia dei Porci e il disgelo con Nikita Kruscev dopo la crisi dei missili di Cuba.

Negli anni successivi al processo, Garrison scrisse il libro On the Trail of the Assassins, in cui sostenne che Clay Shaw era in realtà un agente della CIA[77], sebbene Shaw negasse vigorosamente questa ipotesi. La tesi e la storia di Garrison sono al centro del film di Oliver Stone JFK - Un caso ancora aperto (1991), in cui Garrison è presentato come un eroe che si batte contro il complotto.

Nel 1979 Richard Helms, già direttore della CIA, testimoniò sotto giuramento che Clay Shaw era stato per un periodo di tempo al servizio di una sezione della CIA, lavorando come informatore[78]. Nel 1996 l'agenzia confermò che Shaw era stato reclutato come agente di quinto livello (Five Agency Clearance) nel 1949.[79]; secondo Diego Verdegiglio e altri risulta che Shaw fosse in effetti, almeno in anni precedenti, un informatore della CIA per il Sudamerica, come altri imprenditori statunitensi che viaggiavano per lavoro forniva dei rapporti sulla situazione dei paesi che visitava, ma non aveva un incarico di tale importanza (come sostenuto da Garrison) da poter organizzare o essere al centro di un complotto per l'omicidio del Presidente, di cui si era inoltre dichiarato pubblicamente ammiratore (Shaw era anche registrato come elettore democratico).[80]

Nello stesso anno, la United States House Select Committee on Assassinations affermò di essere "incline a credere che Oswald si trovasse a Clinton, in Louisiana, tra l'agosto e il settembre del 1963", e che testimoni avevano "stabilito una connessione di non specificata natura tra Ferrie, Shaw e Oswald meno di tre mesi prima dell'omicidio di Kennedy".[81]

A partire dagli anni duemila, conferme a Garrison (morto nel 1992) sui collegamenti Permindex-CIA giungono attraverso il lavoro del ricercatore canadese Maurice Philipps, grazie all'accesso da lui ottenuto ai documenti privati consegnati come lascito testamentario da Louis Bloomfield, fondatore della Permindex, all'Archivio di Stato del Canada. Nonostante ciò, un collegamento diretto di Clay Shaw con il delitto Kennedy non è mai stato appurato.[82]

Il fucile utilizzato e le capacità di Oswald

Lo stesso argomento in dettaglio: Fucile dell'assassinio di John Fitzgerald Kennedy.

Il fucile di Oswald fu subito analizzato nei dettagli, stabilendo che era l'arma del delitto. In tempi recenti, un test di tiro condotto dall'agenzia Ansa[83] nella Regia fabbrica d'Armi di Terni dove fu prodotto il fucile Carcano, su autorizzazione concessa dal Comando Logistico dell'Esercito Italiano, ha stabilito la velocità massima di tiro del fucile 91/38 in 5 secondi per colpo. Durante il test, il tiratore (sotto la supervisione di Ufficiali dell'Esercito) ha impiegato 19 secondi per mettere a segno 3 colpi, tempo di gran lunga superiore a quello che avrebbe impiegato Oswald secondo la commissione Warren.[84] Altri studi sulla vicenda sostengono l'improbabilità che sia stato usato quel fucile per compiere l'attentato, proprio per via della sua supposta scarsa precisione: l'ottica di precisione era montata sul fucile in modo artigianale e non fu calibrata in poligono di tiro. Infine, con quell'ottica montata ricaricare il fucile, tenendolo appoggiato alla guancia, mirare e sparare due colpi in due secondi non sarebbe possibile. Entrambe le affermazioni sono tuttavia contestate dall'opinione di Diego Verdegiglio,[85][86] che nel suo libro tra le altre cose nota:

  • La pallottola 6,5 del Càrcano è più pesante dal 30 al 50 per cento rispetto ai proiettili dello stesso diametro e viaggia alla stessa velocità (circa 680 m/s) del fucile d'assalto sovietico AK-47.
  • Due istruttori al tiro del Corpo dei Marine che hanno provato l'arma di Oswald, il maggiore Eugene D. Anderson e il sergente maggiore James A. Zahm, hanno dichiarato alla Commissione Warren che con quel fucile, dotato di telescopio, i colpi sparati a Dallas non erano particolarmente difficili. Analoghe opinioni, dopo un test in poligono, hanno espresso i periti balistici, Robert A. Frazier dell'FBI e Ronald Simmons del Laboratorio di Ricerche per le Armi di Fanteria dell'Esercito americano.
  • Tre maestri tiratori dell'Associazione Nazionale Tiro degli U.S.A. hanno sparato ciascuno due serie di tre colpi su bersagli fissi posti a 53, 73 e 81 metri. Tranne in due casi, tutti sono stati in grado di esplodere i tre colpi, raggiungendo almeno due volte le sagome in sette secondi al massimo.[87]

C'è da dire che Oswald non era uno scarso tiratore, come disse un suo ex commilitone: nei marine aveva la qualifica di tiratore sceltissimo, poi declassato a tiratore scelto, forse a causa anche dei suoi problemi disciplinari e comportamentali: riusciva a colpire 48 bersagli su 50, in movimento e a una distanza doppia di quella tra il deposito e la limousine di Kennedy. Secondo la moglie si esercitava spesso a tirare e a caricare e ricaricare il Carcano in pochi secondi, e la sua passione per le armi non gli venne mai meno.[88]

Le critiche alla "pallottola magica"

La traiettoria della "pallottola magica", compatibile coi fori causati, secondo i complottisti.

La cosiddetta "pallottola magica" dalla traiettoria impossibile e che ferì Kennedy e il governatore John Connally sarebbe in realtà compatibile con la posizione dell'auto presidenziale che stava svoltando. L'aggettivo "magica", in senso figurato, sarebbe comunque non appropriato[89]. Tuttavia secondo alcuni, sulla base del filmato girato da Abraham Zapruder, la ricostruzione ufficiale sarebbe incompatibile con il numero e la distanza dei fori delle pallottole sul corpo di John Kennedy. Tra le obiezioni più forti alla tesi del proiettile singolo da dietro, infatti, si è sostenuto che un proiettile non poteva provocare sette ferite, trapassando due corpi, e restare intatto. Il proiettile, di tipo full metal jacket (cioè con camiciatura rinforzata, concepita appositamente per non disperdersi nei corpi e non provocare quindi ferite devastanti), sparato dal Carcano, repertato con il codice CE399 (Commission Exhibit n. 399) dagli inquirenti, viaggiando ad alta velocità, non avrebbe incontrato masse sufficientemente consistenti per frammentarsi. Nel caso del successivo colpo alla testa, al contrario, un proiettile identico si sarebbe frammentato poiché avrebbe colpito, in entrata, degli spessi strati di ossa craniche.[90]

Presunti testimoni contro Johnson e confessioni postume

Il caso Kennedy suscita da sempre l'interesse dei cospirazionisti, dando vita a numerose teorie del complotto. E. Howard Hunt indicò prima di morire il responsabile politico in Lyndon Johnson[91], così pure Madeleine Duncan Brown indica il responsabile politico. Entrambi hanno rilasciato interviste[92] (un video la Brown[93]), che combaciano su molti punti.

Presunto ruolo di J.D. Tippit

Secondo documenti desecretati nel 2017, tra i sospetti dell'FBI, oltre a Oswald, vi fu lo stesso poliziotto texano da questi assassinato poco dopo, J.D. Tippit, di idee molto conservatrici.[94] Un informatore dei federali, H. Theodore Lee, aveva sentito dire da alcuni frequentanti un'associazione pro-Cuba che Tippit avrebbe sparato il colpo mortale, e che lui, Oswald e Ruby (l'omicida dello stesso Oswald), si sarebbero incontrati la settimana prima dell'omicidio.[95]

Coinvolgimento di Charles Harrelson

Il killer Charles Harrelson (padre dell'attore Woody) in prigione confessò di essere stato coinvolto nell'omicidio.[96] Del suo coinvolgimento se ne parlò in un episodio di The Men Who Killed Kennedy.[97]

Nella cultura di massa

Cinema

Narrativa

  • Libra, romanzo scritto da Don DeLillo nel 1988, che fornisce una ricostruzione fittizia degli eventi che portarono all'assassinio del Presidente John Fitzgerald Kennedy, centrata sulla figura dell'assassino Lee Harvey Oswald.
  • American Tabloid, romanzo di James Ellroy, spaccato dell'America degli anni sessanta in cui si muovono tre personaggi in bilico tra crimine e giustizia, ideali e tornaconto personale, in un viaggio allucinante che culmina con l'omicidio di John F. Kennedy
  • 11/22/63, romanzo di Stephen King, da cui è stata anche tratta una serie tv 11.22.63, andata in onda su Hulu dal 2016 con James Franco.
  • In Billy Bat manga di Naoki Urasawa alcuni eventi della trama sono strettamente legati agli avvenimenti dell'assassinio di Kennedy ed in particolare alla figura di Lee Harvey Oswald personaggio chiave all'interno del racconto.

Televisione

Videogiochi

  • JFK Reloaded, videogioco
  • In Call of Duty Black Ops, JFk viene reso personaggio giocabile all'interno della modalità zombie, più precisamente sulla mappa denominata "Five"

Note

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  7. ^ Edward Klein, La maledizione dei Kennedy, p. 190
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  9. ^ Edward Klein, La maledizione dei Kennedy, pp. 187-188
  10. ^ Edward Klein, La maledizione dei Kennedy, p. 195
  11. ^ Edward Klein, La maledizione dei Kennedy, p. 197
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  13. ^ Edward Klein, La maledizione dei Kennedy, p. 186
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  15. ^ Nel 1978, Connally testimoniò alla HSCA che nella primavera del 1962 «Il vice presidente Johnson gli disse che il Presidente Kennedy avrebbe voluto andare in Texas per trovare capitali, avendo diverse raccolte fondi nello Stato.»
  16. ^ Kilduff sostituì il segretario Pierre Salinger che era in viaggio di lavoro in Giappone con il segretario di Stato Dean Rusk.
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Bibliografia

Voci correlate

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Fonti documentali

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